1.5 milioni di euro confiscati da Dia e carabinieri di Cassino a famiglie Rom

Continua incessante l’attività di contrasto contro le mafie che accumulano proventi illeciti reinvestendoli in attività commerciali solo apparentemente legali. Anche in questo caso sono stati confiscati 12 beni immobili composti da terreni e fabbricati acquistati con il ricavato di spaccio di droghe, usura ed estorsioni.

Cassino – La Direzione Investigazione Antimafia e la sezione Operativa della Compagnia carabinieri di Cassino, a seguito di richiesta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni avanzata dalle Procure della Repubblica di Roma-DDA e Cassino, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di confisca beni patrimoniali del Tribunale di Roma – Sezione III Penale – Sezione specializzata – Misure di Prevenzione nei confronti di 9 soggetti appartenenti ad un nucleo familiare di etnia rom, stanziati nel basso Lazio, già noti per appartenenza ad un sodalizio criminale.

Un fabbricato confiscato

L’importante risultato odierno è il frutto di una proficua sinergia investigativa che prende le mosse da due distinte attività svolte dall’Arma di Cassino che nell’ambito di due indagini condotte nel 2019 e nel 2016, quest’ultima svolta congiuntamente con la Guardia di Finanza, avevano consentito di evidenziare a carico dei proposti un contesto associativo dedito allo spaccio di stupefacenti, all’usura, alle estorsioni e all’intestazione fittizia di beni.

Le risultanze di tali indagini, corroborate dai successivi approfondimenti di natura reddituale e patrimoniale svolti dal Centro operativo DIA di Roma, hanno permesso, da un lato di delineare la pericolosità sociale della compagine criminosa e, dall’altro, di far emergere l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti e i cospicui beni accumulati illegalmente nel tempo.

I beni confiscato riguardano 12 immobili (6 terreni e 6 fabbricati) per un valore di circa 1,5 milioni di euro e sono situati in Abruzzo e nel basso Lazio. 

L’importante risultato odierno conferma la rilevanza strategica della lotta ai patrimoni illeciti accumulati dalla criminalità, sia comune che di tipo associativo, atteso che i profitti ottenuti attraverso i traffici criminali vengono sottratti all’economia reale attraverso operazioni di reimpiego in attività apparentemente lecite e dimostra come l’autorità giudiziaria e le Forze di polizia continuino a confermare la propria azione di repressione per garantire un’efficace risposta alle istanze di giustizia e sicurezza dei cittadini.

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