‘ZI PEPP: IL PRONTO SOCCORSO AL MOMENTO GIUSTO? ALTRO CHE PEPP…

Roma – Una possibile analogia tra il Pepp, il Programma di acquisto titoli per l’Emergenza Pandemica e ‘Zi Pepp, un simpatico tuttofare partenopeo capace di svolgere una serie di lavoretti che sono molto importanti per il gramo bilancio delle famiglie che si avvalgono dei suoi servizi, è tutt’altro che una baggianata.

Zi Pepp, un sessantino (modo di dire di origine sicula entrato nel linguaggio comune grazie alla fiction del commissario Montalbano per indicare una persona di sesso maschile di 60 anni) titolare di una piccola bottega all’ingresso della quale troneggia un’insegna raffigurante un cartoon con le sembianze di un omino bardato di camice, mascherina e guanti, la borsa degli attrezzi in una mano e una chiave inglese nell’altra. Oltre ad un visore illuminato intorno alla fronte e la locuzione a caratteri cubitali in bella mostra: “L’accunciator: mett a posto tutt ‘e cos”. Sembrerebbe la locuzione di un parrucchiere per signore ma non lo è. Siamo, infatti, nel napoletano e la traduzione è “L’aggiustatore: mette a posto tutte le cose”. Nell’idioma partenopeo indica un tuttofare mille usi molto pratico e versatile, uno che se la cava in una vasta e molteplice gamma di mansioni a costi competitivi e pronto intervento h24:

  • Piccoli lavori idraulici ed elettrici, serramentista, imbianchino, falegname;
  • Giardinaggio, cura dell’orto, piccoli traslochi, montaggio e smontaggio mobili.

Un vero artista del settore. E’ conosciuto nel quartiere col diminutivo di ‘Zi Pepp (zio Peppe), perché ha l’aria dello zio buono, benvoluto da tutti, disponibile e cortese e non sa dire di no. Per questo gli hanno affibbiato un nomignolo che lo inorgoglisce e diverte allo stesso tempo: il pronto soccorso al momento giusto (‘o prontsoccors ‘o mument just, nello slang partenopeo).

Pepp o Zi’ Pepp?

Negli ultimi giorni su giornali e tv si è sentito parlare del Pepp, acronimo che sta per Pandemic Emergency Purchase Programme, ovvero Programma di Acquisto per l’Emergenza Pandemica. Uno strumento temporaneo di acquisti di titoli pensato dalla BCE, la Banca Centrale Europea per arginare il collasso economico e sociale scaturito dalle note vicende virali. E’ un programma di acquisto titoli sia pubblici che privati del valore complessivo di 750 miliardi di euro almeno fino al 30 giugno 2021, con possibile proroga fino a tutto il 2022, confermando i fondi già stanziati fin’ ora.

Sembrerebbe una gradita sorpresa per le asfittiche casse di nazioni come Italia, Portogallo, Spagna e Francia e, molto probabilmente lo potrà diventare se questo fiume di soldi una volta elargito (ancora non si bene quando) verrà utilizzato nei settori dell’economia che ne hanno veramente bisogno.  E per quelle fasce della popolazione in grave difficoltà economica, con forti problemi di quadratura del già gramo bilancio familiare. Non come è accaduto per Fca (Fiat chrysler automobiles), a cui è stato concesso un prestito agevolato dalle banche e finanche garantito dallo Stato. Cioè se la Fca per una serie di motivi non riuscisse a pagare il debito, chi subentrerebbe per risolvere il problema? Elementare: lo Stato italiano, cioè i già tartassati contribuenti italiani. Pagano sempre gli stessi, non c’è niente da fare. Per carità tutto a norma di legge. Ma credo che faccia girare vorticosamente i cabbasisi, (tanto per restare nella terminologia cara al commissario di Camilleri) dare soldi ad un’azienda che ha spostato la sua sede legale a Londra e quella fiscale in Olanda per una serie di vantaggi giuridici e fiscali e che dalla nascita è sempre stata culo e camicia col potere politico: Crispi e Giolitti prima, Mussolini poi ed i vari governi succedutisi dal dopoguerra fino ai giorni nostri.

Ma quando arrivano i soldi?

Per non parlare del flusso di denaro elargitole dallo Stato a fondo perduto nel corso degli anni sfruttando il fatto che è stato, e tuttora è, il più grande gruppo finanziario ed industriale italiano, che ha dato lavoro a molte persone. E’ diventata una grande azienda anche, se non soprattutto, grazie agli aiuti statali e dunque dei contribuenti nostrani senza mai fare beneficenza. Anzi i lavoratori, almeno fino agli anni ’60, sono stati costretti a vivere in ambienti malsani e controllati da una sorta di milizia privata. Per quanto riguarda l’aspetto sociale su cui può confluire il Pepp, ci si augura quanto meno che non venga dato sostegno economico, tipo reddito di cittadinanza, a individui appartenenti a note famiglie mafiose e che i controlli siano fatti a tappetto. Stavolta.

A dimostrazione che in politica, spesso e volentieri, le norme giuridiche e la legalità non vanno a braccetto con la giustizia sociale, anzi spesso cozzano a dir poco. Quindi, il migliore augurio da farci come Paese e che il nuovo flusso di denaro, il Pepp europeo possa diventare come il ‘Zi Pepp partenopeo: il pronto soccorso al momento giusto. Aggiusta-tutto a costi competitivi, pronto intervento h24 e con effetti benefici di lunga durata.  E cosi sia.

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