Come siano andata la tragica vicenda lo sanno solo l’assassino e la compagna della vittima. La giovane ha postato sul suo profilo Facebook la propria versione dei fatti dopo lo stupro. Il presunto assassino rimane in carcere.
STOCCARDA (Germania) – Voleva difendere l’onore della fidanzata dopo una violenza sessuale ma è stato ammazzato a colpi di coltello. L’uomo che l’ha colpito è un cittadino siriano di 51 anni che è stato arrestato dalla polizia tedesca. A morire fra le braccia della sua compagna è stato Vito Barnaba, 25 anni, originario di San Vito dei Normanni, nel Brindisino, trasferitosi a Stoccarda 5 anni fa per motivi di lavoro. Il giovane, dipendente della Grüner Systemtechnik GmbH & Co., aveva conosciuto Alessia Turrisi, 21 anni, anche lei residente nella città tedesca dove lavora come impiegata. Ed è proprio nella capitale dello stato di Baden-Württemberg, che si è consumato l’omicidio il 7 maggio scorso presso l’abitazione del presunto assassino.
La ricostruzione della polizia tedesca sarebbe frammentaria e, per certi versi, poco chiara. In assenza di notizie certe il racconto della compagna della vittima, pubblicato sul suo profilo Facebook, sembrerebbe assai rispondente alla realtà, con i limiti imposti dalla forte emozione che traspare dai fatti riferiti. In buona sostanza i due convivevano da qualche anno ma da alcune settimane Vito e Alessia erano tornati a vivere in abitazioni diverse poiché era scaduto il contratto della precedente locazione. I giovani si sentivano per telefono e si vedevano ogni giorno appena liberi dal lavoro.
Un amico del loro precedente padrone di casa, odierno indagato per omicidio volontario, si era offerto di prestare ai due giovani un garage onde consentirgli di custodire il mobilio ed altre suppellettili in attesa di trovare un’altra abitazione da affittare per poi tornare a vivere insieme. Il siriano 51enne avrebbe telefonato ad Alessia dicendo alla ragazza di aver trovato una sua borsa in casa e di venirsela a riprendere. A questo punto iniziava la tragedia:
”Lui ha provveduto subito a chiudermi in casa, senza via d’uscita, disarmandomi anche di cellulare – racconta Alessia su Fb – é avvenuta una completa violenza fisica, sessuale. Lui é vedovo e nelle foto viste nel suo appartamento, c’é una somiglianza con me della sua defunta moglie…Non so cosa sia scattato nella mente di questo criminale…”.
Una volta consumato lo stupro, sempre a dire di Alessia, la ragazza al posto di avvisare la polizia chiamava al telefono Vito che la raggiungeva poco dopo. Appena giunto sul posto il giovane operaio avrebbe litigato con il siriano con il quale sarebbero venuti alle mani:
”Che cosa hai fatto alla mia ragazza? – avrebbe gridato Vito in faccia a quell’uomo, sempre secondo la versione di Alessia – mentre io ero nel corridoio pensando che avrebbero finito presto di “picchiarsi” e chiarirsi. (Ah, quest’uomo che parla arabo, capisce l’italiano.) ho poi visto movimenti di ginocchiate e pugni in pancia, Vito lo allontanava tenendolo per le spalle. Non c’é stato un urlo, né una lacrima. Vito era in possesso di un piccolo coltellino a serramanico, amorevolmente regalato da un suo amico, é da collezione e lo portava sempre con se. Ci tagliava i panini, il salame anche, all’evenienza… Questo coltello, durante il litigio, gli é caduto, presumo dalla tasca…Loro erano occupati quindi io sono andata a recuperarlo, in modo da essere sicura che non avrebbero potuto farne uso, così da evitare disagi…”.
Nelle mani del siriano, invece, sarebbe comparso un grosso coltello da cucina con il quale avrebbe ferito a morte Vito Barnaba che spirava tra le braccia di Alessia:
” Ebbene sì, non é morto sul colpo – continua a scrivere Alessia – Mi diceva “ti amo” e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci…Non c’era traccia di sangue, se non su quel maledetto coltello. Avevo pensato di toglierli la giacca, ci ho ripensato appena toccata la zip, potevo manomettere qualcosa. Poi toccandolo sulla schiena, la mia mano diventa rossa. Così ho iniziato a ragionare, gli ho tamponato la ferita in modo che non potesse perdere troppo sangue…”.
Il ragazzo spirava nonostante l’intervento dei soccorritori che hanno cercato di rianimarlo senza successo. Subito dopo la polizia tedesca arrestava il siriano che veniva trasferito in carcere in attesa di giudizio. Dopo l’autopsia la salma è giunta dalla Germania al cimitero di San Vito dei Normanni nella mattinata dello scorso 15 Maggio. l funerali si sono celebrati il giorno dopo, alle ore 16.00, presso la Parrocchia Santa Maria della Mercede. I genitori della vittima Angelo ed Enza Stranieri, il fratello Stefano, distrutti dal dolore, invocano la verità.