Vola la raccolta di firme contro l’Autonomia, le opposizioni: “Siamo già a 500mila”

Raggiunta la quota necessaria al referendum, Pd, Cinque Stelle e Sinistra, seguite da Cgil e Anpi, promettono: “Obiettivo un milione”.

Roma – Le opposizioni al governo Meloni lo definiscono “un successo straordinario”, un “traguardo davvero importante”, ma non intendono considerarlo un punto d’arrivo, semmai di partenza, verso quel milione di firme che valutano sia un traguardo raggiungibile. In una decina di giorni la raccolta di firme per la presentazione del referendum contro l’Autonomia differenziata varata dall’esecutivo ha bruciato le tappe. La raccolta on line viaggia oltre le 355 mila firme, con la previsione di “arrivare a 500mila in Rete all’inizio del weekend”, fanno sapere dalla segreteria del Pd. E al risultato si aggiunge quello delle firme raccolte ai banchetti, secondo i numeri riferiti sarebbero oltre 150 mila. Tanto che la somma stimata supererebbe di gran lunga il quorum delle 500 mila firme necessario per la Corte di Cassazione. 

Così, a conteggi ancora aperti, il segnale che arriva è comunque forte e spinge i leader dell’opposizione a parlare di straordinario successo. La pensa così la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha commentato: “Le 500 mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata sono un traguardo davvero importante, ma non ci fermeremo qui. Siamo riusciti ad unire un largo schieramento che ha visto insieme partiti, forze sociali ed associazioni, mobilitati contro una legge che spacca il Paese. Si tratta di un risultato politico importante e non scontato. Il Paese è convinto che quella legge sia sbagliata e pericolosa e la nostra battaglia continuerà con tutte le persone che si sono già mobilitate e che continueranno a farlo nelle nostre feste, nelle strade e nelle piazze”. Di “segnale potentissimo” parla anche Giuseppe Conte: “Una grande ondata di partecipazione che ci ha portato alle 500 mila firme in pochissimi giorni. I cittadini non si fanno ingannare e stanno aderendo in massa all’appello per l’abrogazione. Non vogliono vivere in un’Italia divisa, frammentata in tante regioni e in tutte le materie, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti al commercio. Hanno compreso che ci rimetteremmo tutti, nessuno escluso. Non ci fermeremo qui, è solo l’inizio”.

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