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Una truffa della madonna! La veggente di Trevignano indagata con il marito

La Procura di Civitavecchia avrebbe aperto un fascicolo su Gisella Cardia e il marito, denunciati da un maxi-donatore poi pentito.

Civitavecchia – Altri guai all’orizzonte per Gisella Cardia, la presunta veggente di Trevignano, alle porte di Roma, che dal 2016 raduna mensilmente i suoi fedeli su un pratone, devoti mariani ai quali è riuscita a far credere che una statuetta della Vergine Maria lacrimasse sangue e che comunque la stessa Madonna le apparisse regolarmente consegnandole messaggi da recapitare all’umanità.

Una vicenda spinosa sulla quale anche la Chiesa si è mossa con circospezione, forse anche con colpevole ritardo. Soltanto l’anno scorso, infatti, il responso della commissione istituita dalla diocesi di Civita Castellana, ha definito i fatti di Trevignano “non sovrannaturali”, ritenendo di fatto Cardia inattendibile e invitando i fedeli a non partecipare ai raduni di preghiera.

I raduni della santona al Campo delle Rose

Censurata dalla Chiesa, adesso Cardia deve difendersi anche dalla magistratura, che intende vederci chiaro sulla gestione delle donazioni dei credenti alla “Madonna di Trevignano Ets“, la società gestita dalla sedicente santona e dal marito Gianni, sarebbero finiti entrambi sul registro degli indagati della Procura di Civitavecchia, notizia diffusa dalla trasmissione “Mattino Cinque”. A spingere i magistrati ad aprire un’inchiesta sarebbe stata la denuncia di un ex adepto ora pentito, il settantenne Luigi Avella, che versò alla Cardia 123mila euro. L’uomo sarebbe stato sentito dagli inquirenti per tre ore in Procura.

Rischia quindi di finire in un grigia aula di tribunale la resistibile ascesa di Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, imprenditrice siciliana di 54 anni con alle spalle una condanna a due anni (sospesa) per la bancarotta di un’impresa di ceramiche a Patti, poi trasferitasi sul lago di Bracciano per reiventarsi, non senza un certo successo, nel ruolo di veggente. Ora sul profumo degli incensi sembra aver preso il sopravvento la puzza di truffa.

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