Il ritrovamento dei cadaveri di tre prostitute, massacrate in modo raccapricciante con un coltello nel giro di poche ore, ha ammantato di paura e terrore il cielo della Capitale. In manette è finito Giandavide De Pau, nome fin troppo noto nell’ambiente malavitoso capitolino. Pazzo da legare o killer seriale?
ROMA – Il 17 novembre 2022 la notizia del ritrovamento dei cadaveri di due prostitute cinesi, Yan Rong Li, 56 anni, e Xiuli Guo di 43, in un appartamento di via Riboty 28, nel quartiere Prati, fa il giro della Capitale ancora prima che i giornali battessero la notizia. A poche ore di distanza, un’altra prostituta transgender colombiana, Martha Castano Torres, 65 anni, viene ritrovata senza vita nello stesso rione, in via Durazzo, a due passi dalla sede Rai. Tutte e tre le vittime sembrano assassinate dalla stessa mano sadica che con il coltello ci sa fare.
Gli uomini della Mobile romana, dopo appena 48 ore, faranno scattare le manette ai polsi di Giandavide De Pau, 51 anni, professione bandito. Parla per lui la fedina penale: droga, armi, lesioni, ricettazione. Ma ciò che conta è un secondo particolare che non sfugge agli investigatori: De Pau è un uomo di Carmine Senese, boss della camorra romana. Anzi è il suo autista, in diverse occasioni, ovvero una persona di fiducia. L’uomo infatti viene ripreso più volte dagli obiettivi nascosti della polizia in compagnia del boss ma anche di individui del calibro di Massimo Carminati, detto “Er Cecato“, già estremista di destra, legato alla Banda della Magliana, e indagato nel 2014 nell’inchiesta “Mafia Capitale”. Poi finita a tarallucci e vino.
Da delinquente incallito qual è, ha fatto di violenza e soprusi il suo modus vivendi e per lui la vita umana vale quanto il due di coppe quando la briscola è bastoni. Secondo la ricostruzione degli investigatori, basata su diversi video di telecamere di sorveglianza, sui tabulati telefonici e sul contenuto del cellulare di De Pau ritrovato nell’appartamento delle due vittime cinesi, il sospettato avrebbe ucciso prima le due orientali per poi massacrare la transgender colombiana. L’uomo aveva ripreso, con fredda determinazione, la mattanza inferta alle due cinesi e scatenata da un impulso improvviso e irrefrenabile. Dunque siamo davanti a un pazzo o a un freddo serial killer di meretrici? Un criminale del suo calibro come può aver commesso errori grossolani come l’aver dimenticato il telefonino sulla scena del crimine e senza tenere conto delle telecamere?
È presto detto: il presunto boia sanguinario di squillo sarebbe stato ricoverato, per due volte fra il 2008 e 2011, nell’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino. In quella sede i medici avrebbero diagnosticato un disturbo di personalità borderline e antisociale, da curare con farmaci specifici. In più De Pau consumava grandi quantità di cocaina e alcol, che ingigantiscono qualsiasi patologia nervosa. Per non parlare dei suoi trascorsi criminali, che risalgono al 2006 con una tentata violenza sessuale in danno di una donna brasiliana 22enne. La ragazza, per sfuggire a De Pau, si lanciava dal balcone di casa rimanendo gravemente ferita. Insomma siamo davanti ad una escalation di violenze culminata con l’assassinio delle tre prostitute ma forse anche di altre donne: un’altra cittadina cinese, di 30 anni, ritrovata cadavere nel 2010 in via Pietro Rovetti, a Torpignattara. In quel caso la prostituta era stata strangolata.
Ma nel 2009, in via Squillace, vicino l’ippodromo Capannelle, una lucciola di 55 anni veniva ritrovata esanime in casa. Era stata massacrata con un tubo di ferro. Nel 2012 una giovane nigeriana, non identificata, veniva ritrovata morta sulla via Aurelia. Era stata colpita con violenza da diverse coltellate che non le avevano lasciato scampo. Opera di Davide il Biondo, come lo chiaamavano gli amici? La polizia indaga su questi casi insoluti e c’è chi ha riproposto, a livello politico, la riapertura delle case chiuse per meglio proteggere la prostituzione femminile ma anche quella maschile.
Poi una mezza confessione, anzi meno di mezza, dopo sette ore di interrogatorio. Dell’omicidio di via Durazzo Davide il Biondo non ricorda nulla. Ricorda invece le donne cinesi, sangue dappertutto e il maldestro tentativo di tamponare la copiosa emorragia sul collo di una delle vittime, poi buio fitto. Procura e Squadra Mobile però hanno in mano più che semplici indizi: tutto ciò che ha fatto l’indagato nelle 48 ore precedenti i femminicidi, durante e dopo. Sino a quando De Pau è stato prelevato da casa della madre nel quartiere di Ottavia. La sorella avvisava i carabinieri mentre gli stessi militari allertavano la polizia. Subito dopo le incombenze di rito.
Dunque chi è davvero Giandavide De Pau? Per definizione un serial killer è colui che compie tre o più omicidi in luoghi diversi e con un periodo di intervallo emotivo fra un omicidio e l’altro. Orbene l’autista di Senese non sarebbe un seriale. Piuttosto un omicida di quelli che gli inglesi definiscono “spree killer”, ovvero colui che uccide due o più vittime in luoghi diversi, ma contigui, e in uno spazio di tempo molto breve, in un unico evento omicidiario. Ma c’è il pericolo che De Pau possa appartenere ad entrambe le categorie. E allora la lista delle vittime potrebbe allungarsi a dismisura.