Una pausa dallo stress per ammirare i colori intensi della natura in questa stagione. Le mete più celebri sono in Canada e in Usa, ma anche l’Italia fa la sua parte.
Roma – Autunno, cadono le foglie. Iniziava così una poesia, quasi una filastrocca che si recitava da bambini. Autunno: le normali foglie verdi di molti alberi e arbusti assumono varie tonalità di giallo, arancione, rosso, viola e marrone, dando vita a quell’affascinante caleidoscopico, definito “foliage”, ovvero la “stagione dei colori”. Ebbene, in questo periodo, in alcune zone del Canada e degli USA, il turismo subisce un’impennata, fornendo un notevole contributo economico.
La cittadina di Pomfret nel Vermont, non molto lontano dalla foresta nazionale di White Mountain, negli Stati Uniti nord-orientali viene invasa da tanti visitatori. Il loro scopo è riuscire a scattare la foto perfetta a “Sleepy Hollow Farm”, una piccola fattoria dal tipico aspetto bucolico, soggetto ideale per effettuarla. Come abitudine, viene utilizzato Instagram, il social più diffuso per foto e post. Ma quest’anno il consiglio comunale della cittadina ha deciso di chiudere le principali strade ai non residenti nel periodo del foliage. Questo perché dopo molti anni, come recita la campagna del comune: “questi turisti stagionali hanno danneggiato strade, causato incidenti, sono finiti nei fossati con l’auto, hanno calpestato giardini e defecato in proprietà private, parcheggiato in campi e vialetti e aggredito verbalmente i residenti”.
In altre zone, tuttavia, il foliage viene usato strategicamente per attirare visitatori in un periodo, di norma, poco attrattivo per il turismo. Ad esempio, in Europa, le agenzie di viaggio consigliano il lago Bled in Slovenia, oppure città come Londra e Edimburgo o le nostre Dolomiti, le foreste in Bulgaria e in Islanda. Negli USA e in Canada, invece, è un fenomeno ben consolidato, tanto da essere definito “leaf peeping” (sbirciare le foglie) e diffuso prima che Instagram diventasse compagno di vita quotidiana. In Italia su quest’aspetto siamo molto indietro, anche se alcune zone geografiche hanno cominciato a promuovere il foliage per attrarre turisti.
Ne esistano tanti di luoghi ad hoc. Basti ricordare il parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, nell’Appennino tosco-romagnolo, definita “la foresta più colorata d’Italia”. Qui, ogni anno, viene organizzato un “Festival del Fall Foliage”, durante il quale sono previste guide nella foresta, concerti e conferenze e che attira molte persone soprattutto dal Centro Italia. Inoltre, tra la città di Domodossola in Piemonte e Locarno in Svizzera, dal 2016, esiste una piccola linea ferroviaria montuosa che, per le settimane in cui avviene il fenomeno delle foglie cangianti colore, è stato chiamato “treno del foliage”. Si tratta di viaggiare attraverso un paesaggio strabiliante per 52 chilometri con vedute panoramiche che catapultano lo spettatore in spazi sperduti nel tempo.
E’ un’esperienza intensa in quanto pur essendo un viaggio breve ma lungo perché il treno viaggia con lentezza per permettere di ammirare lo spettacolo che la natura regala. Ed è grazie ad iniziative come queste che il turismo sembra vivere una seconda estate, con i relativi effetti benefici sull’economia e gli operatori del settore. L’unico rischio che si corre è che la tendenza può diffondersi talmente tanto da diventare una sorta di invasione di masse di persone non propriamente amanti della natura e che si sposta per moda, perché fa “figo”, per fare “caciara”, come si dice a Roma. Incremento del turismo anche in un periodo “morto” va bene, però attenzione alle “orde barbariche” che calpestano questi territori sublimi che il Padreterno o gli Dei dell’Olimpo, hanno deciso di regalarci, senza nostri meriti particolari.