Indagine della procura di Potenza tra Campania e Basilicata: sequestrate tre aziende, 14 imprenditori in manette.
Potenza – Maxi-blitz dei carabinieri stamani nelle province di Napoli, Salerno, Potenza, Catanzaro, dove il personale della Direzione Investigativa Antimafia di Basilicata e del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli ha arrestato 16 persone tra le quali un funzionario della Regione Campania. Nel mirino il traffico internazionale di rifiuti speciali tra l’Italia e la Tunisia. Sequestrati anche somme per circa 1 milione di euro e tre impianti.
Le indagini sono partite da circa due anni dopo la restituzione all’Italia da parte della Tunisia di oltre 6mila tonnellate di rifiuti sbarcati nel porto di Salerno. La questione è finita al centro di un fascicolo della Procura lucana anche perché sarebbe coinvolta un’azienda del Vallo di Diano e il Pm Vincenzo Montemurro aveva fatto fare un blitz nel porto ed eseguire analisi per individuare compiutamente di che tipo di rifiuti di potesse trattare.
L’azienda del Vallo di Diano, quelle circa 282mila tonnellate di rifiuti le avrebbe spedite nel paese nordafricano codificandole, appunto, come scarti della raccolta differenziata della plastica, per vedersi poi i container bloccati al molo di Sousse e rimandati a Salerno proprio in virtù dell’irregolarità. Anche perché una parte di quel carico fu incendiato non appena giunto in Africa e causò uno scandalo in Tunisia che costò l’arresto all’allora ministro dell’Ambiente tunisino, condannato per questa vicenda.
Irregolarità contestate dall’azienda italiana che aveva denunciato come i sigilli dei container mandati in Tunisia fossero stati manomessi prima della restituzione e come addirittura fosse rientrato un container in più rispetto a quelli spediti, sostenendo di non poter rispondere di quanto era all’interno al momento della restituzione. Questa mattina la svolta con gli arresti.
La Procura di Potenza è sulle tracce di traffici di rifiuti anche su altri fronti e in particolare nel Materano. Lo stesso sostituto procuratore titolare delle indagini nei mesi scorsi aveva dato il via anche ad una campagna di scavo con il genio dell’esercito in una cava di Garaguso alla ricerca di scorie interrate. Tra le due vicende, al momento, non sono però emersi collegamenti.
L’operazione odierna, eseguita nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, ha visto impegnate circa 80 unità tra Carabinieri del Reparto speciale dell’Arma e personale della Direzione Investigativa Antimafia.