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Toti, l’arresto vicino al voto e la giustizia a orologeria. Renzi: “Ora si facciano le riforme”

Il leader di Iv: “Dimissioni? No automatismo con avviso di garanzia”. E a Nordio “Carlo, fai un commento in meno e una legge in più”.

Roma – Non è sfuggito a nessuno lo stupore, misto a perplessità, del ministro della Giustizia Carlo Nordio per l’arresto del governatore ligure Giovanni Toti. Appresa la notizia il Guardasigilli ha espresso un pensiero “tecnico”: “fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini, tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si può arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si è verificato e dalle indagini” è difficile che “possano ancora sussistere”. Pur non parlando di “giustizia a orologeria” a pochi giorni dal voto, Nordio mostra i suoi dubbi sul metodo applicato dai magistrati liguri.

Quello che è accaduto ha mosso le coscienze e i partiti: anche gli avversari politici di Toti hanno sventolato garantismo e chiesto a gran voce che l’intreccio politica-magistratura non si trasformi in una mannaia per qualsiasi forza politica. In prima linea Matteo Renzi, che finito sotto l’occhio del ciclone e conoscendo la questione a fondo invoca una riforma. E attacca: “Se il Csm funzionasse avrebbe già aperto un’indagine sui magistrati di Firenze del caso Open che mi riguarda”. Per questo, fa notare, “dico che non si deve dare la colpa di certe storture ai magistrati, ma alla debolezza della politica”.

Giovanni Toti

“Io penso che essere garantisti – dice ancora il leader di Italia Viva – significhi rispettare le indagini e aspettare le sentenze. Ed essere garantisti funziona se lo si è innanzitutto con gli avversari. Se invece lo si è solo nei confronti degli amici, si è ipocriti. Toti è stato un nostro avversario politico, Lella Paita lo sfidò alle regionali nel 2015. Non commentiamo le inchieste, né gli arresti o gli avvisi di garanzia. Certo, mi limito a constatare che dopo quattro anni di indagini, l’arresto avviene a un mese dalle elezioni europee”.

Lo stesso rilievo sulle tempistiche vicine al voto che viene mosso anche dal centrodestra, e in parte dal Guardasigilli Nordio. “Che però dovrebbero smettere di sollevare dubbi quando c’è qualcosa che riguarda un esponente della loro parte politica e poi non fare nulla sulla riforma della Giustizia – prosegue il leader di
Italia Viva -. Ho molta stima per il ministro Nordio e per tanti amici di Forza Italia, ma il garantismo di questa destra fa ridere i polli. Sono bravi a fare dichiarazioni ma non fanno le riforme. E dopo due anni dico a Nordio: Carlo, fai un commento in meno e una legge in più”. Secondo l’ex premier poi non ci deve essere un automatismo tra “l’avviso di garanzia, o la richiesta di arresto e le scelte del politico” sulle dimissioni.

Enrico Costa

Enrico Costa, deputato di Azione, interviene sulla “voracità e velocità delle opposizioni liguri nel chiedere le dimissioni di Toti, prima ancora che possa pronunciare una parola la difesa, non stupisce. Alle Regionali erano tutti nel campo largo a sostegno di un giornalista del Fatto Quotidiano, non propriamente un garantista”, accusa.  Intanto, il governatore della Liguria pro tempore Alessandro Piana entrando questa mattina negli uffici di Regione Liguria, in piazza De Ferrari, il giorno dopo l’arresto di Toti ha rassicurato di averlo trovato “sereno. E’ disposto a chiarire tutto nel più breve tempo possibile. Noi abbiamo fiducia nel presidente, siamo garantisti. E porteremo avanti tutte le cose importanti per questo territorio”.

Di garantismo parla anche Pino Bicchielli, vicepresidente del gruppo Noi moderati alla Camera: “Noi siamo sempre stati garantisti anche quando nel mirino c’erano figure come Ottaviano Del Turco o Marcello Pittella. Il nostro partito difende valori in cui crede. Comunque, adesso siamo in una fase primordiale dell’inchiesta. Non mi pare il tempo di emettere sentenze”, dice.

E aggiunge: l’arresto “mi pare un provvedimento molto forte. Non lo dico solo io, lo pensa, e l’ha detto pubblicamente, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Non so se si possa parlare di giustizia ad orologeria, però la tempistica un po’ fa pensare. Sembra una frase fatta, lo capisco. Non mi pare che ci fossero problemi imminenti che giustificassero provvedimenti presi in un momento politico così delicato”.

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