File interminabili per il permesso di soggiorno: condannato il Viminale

Sentenza storica a Torino: il ministero avrà a disposizione quattro mesi per riorganizzare le procedure seguendo il “modello Milano”. La replica della Questura: già adottate migliorie, situazione in costante miglioramento.

Torino – Il Tribunale di Torino ha dichiarato discriminatorio il sistema di gestione delle richieste di permesso di soggiorno presso gli uffici immigrazione cittadini, imponendo al ministero dell’Interno di riorganizzare le procedure entro quattro mesi. La sentenza, firmata dal giudice Andrea Natale, accoglie il ricorso di 18 richiedenti asilo e dell’Asgi, definendo “mortificanti” le condizioni imposte ai migranti, costretti a code interminabili e a trascorrere notti all’aperto davanti agli uffici di Corso Verona e Corso Bolzano.

Il tribunale ha rilevato che l’assenza di un sistema di prenotazione online e di appuntamenti in loco ha negato l’accesso a diritti fondamentali come cure mediche, accoglienza e lavoro, esponendo i migranti al rischio di espulsione. La Questura di Milano è indicata come modello, con un sistema di prenotazione online supportato da enti del terzo settore, che distingue tra chi possiede un documento di identità e chi ne è privo. Questa decisione, la prima in Italia su un’azione collettiva antidiscriminatoria, condanna il Ministero e la Questura di Torino al pagamento delle spese processuali e rappresenta un precedente destinato a influenzare le prassi degli uffici immigrazione nazionali.

In risposta a quanto emerso, la Questura di Torino in comunicato ha dettagliato una serie di misure organizzative già implementate per affrontare il problema delle lunghe code e migliorare l’efficienza del servizio. Dal mese di marzo 2025, l’Ufficio Immigrazione ha abbandonato la sede di Corso Verona, giudicata inadeguata, trasferendo parte delle attività in nuovi sportelli. Tra le novità, l’apertura di uno sportello in Corso Botticelli, presso il Commissariato di P.S. “Barriera Milano”, dedicato alla consegna di permessi di soggiorno cartacei ed elettronici, e l’attivazione di sportelli decentrati nei Commissariati di Ivrea e Bardonecchia per la ricezione delle istanze. Inoltre, nuove postazioni e sale d’attesa coperte sono state create in Via Dorè, destinate alle pratiche di soggiorno postalizzate.

Un passo significativo è stato l’introduzione di Prenotafacile, una piattaforma digitale per la prenotazione degli appuntamenti, che ha già registrato 5.118 prenotazioni tra gennaio e luglio 2025. È stata inoltre attivata una casella PEC dedicata per l’integrazione documentale, riducendo la necessità di accessi fisici agli sportelli. Queste innovazioni, unite al potenziamento dell’organico con 11 nuove unità, hanno permesso di emettere 48.919 permessi di soggiorno nel primo semestre del 2025, di cui 4.333 per richieste di asilo e 3.742 per asilo, protezione sussidiaria o speciale, segnando un incremento significativo rispetto al 2024.

La Questura ha anche sottolineato l’impegno per garantire corsie preferenziali a richiedenti vulnerabili, come i rifugiati politici, attraverso un Protocollo siglato a giugno con organizzazioni che assistono gli stranieri. Questo accordo consente di segnalare casi prioritari, migliorando l’accesso alle procedure. Per quanto riguarda i 18 ricorrenti della sentenza, tutti sono stati ricevuti e hanno potuto presentare le loro istanze di protezione internazionale. Infine, nel comunicato si spiega che Il contenuto della sentenza è al vaglio del Ministero dell’Interno, che richiederà all’Avvocatura dello Stato di proporre appello.