Sentenza storica a Torino: il ministero avrà a disposizione quattro mesi per riorganizzare le procedure seguendo il “modello Milano”.
Torino – Il Tribunale di Torino ha dichiarato discriminatorio il sistema di gestione delle richieste di permesso di soggiorno presso gli uffici immigrazione cittadini, imponendo al ministero dell’Interno di riorganizzare le procedure entro quattro mesi. La sentenza, firmata dal giudice Andrea Natale, accoglie il ricorso di 18 richiedenti asilo e dell’Asgi, definendo “mortificanti” le condizioni imposte ai migranti, costretti a code interminabili e a trascorrere notti all’aperto davanti agli uffici di Corso Verona e Corso Bolzano.
Il tribunale ha rilevato che l’assenza di un sistema di prenotazione online e di appuntamenti in loco ha negato l’accesso a diritti fondamentali come cure mediche, accoglienza e lavoro, esponendo i migranti al rischio di espulsione. La Questura di Milano è indicata come modello, con un sistema di prenotazione online supportato da enti del terzo settore, che distingue tra chi possiede un documento di identità e chi ne è privo. Questa decisione, la prima in Italia su un’azione collettiva antidiscriminatoria, condanna il Ministero e la Questura di Torino al pagamento delle spese processuali e rappresenta un precedente destinato a influenzare le prassi degli uffici immigrazione nazionali.