Misure cautelari per tre presunti usurai denunciati da due commercianti ridotti sul lastrico e minacciati.
Torino – Misure cautelari per tre cittadini italiani indiziati di usura e tentata estorsione. Uno è finito n carcere, gli altri due rispettivamente ai domiciliari con braccialetto elettronico e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
A far scattare le indagini, nell’aprile dell’anno scorso, le dichiarazione di un commerciante, vittima di uno dei tre usurai, dal quale aveva ottenuto 6mila euro, accordandosi per una rata mensile di interessi pari al 10% del capitale, sino alla restituzione dell’intera somma. Rispettando gli accordi, il commerciante, dal mese successivo alla concessione del prestito, corrispondeva all’indagato, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere, ed al fratello, colpito dalla misura degli arresti domiciliari, la rata mensile di interessi che veniva pressoché sempre ritirata presso il negozio della parte lesa.
Il commerciante, in difficoltà finanziarie anche per l’accensione del debito usuraio, nei mesi successivi contraeva un ulteriore debito di 4mila euro con il terzo indagato, destinatario della misura dell’obbligo di presentazione alla P.G., corrispondendo anche a lui interessi mensili pari al 10% del capitale, sino alla restituzione del credito. Tuttavia, non essendo più in grado di pagare le rate degli interessi, la vittima veniva ripetutamente minacciata dall’ultimo creditore di danni fisici qualora non avesse pagato.
Durante le fasi investigative successive alla denuncia, al 112 perveniva una chiamata da un utente, rimasto in quel momento ignoto, che riferiva genericamente di essere anch’egli vittima di usura da parte di un soggetto, abituale avventore di un bar torinese. In seguito gli investigatori individuavano la vittima e scoprivano che l’ usuraio, era uno degli indagati.
L’artigiano aveva acceso nel tempo, a partire dal 2019, tre prestiti, per l’importo complessivo di 32mila euro, accordandosi con il creditore di corrispondere interessi mensili pari al 20% del capitale, sino alla data di restituzione dell’intera somma. L’uomo si convinceva a denunciare perché, non potendo più sostenere il pagamento degli interessi, era stato anch’esso aggredito e minacciato dal suo creditore.
A carico di uno dei tre indagati, già gravato da precedenti specifici, su proposta del Questore di Torino, lo scorso 17 aprile era stata emessa la sentenza di confisca di numerosi cespiti patrimoniali; gli stessi erano già stati sottoposti dalla Divisione Anticrimine della Questura, nel mese di settembre, a sequestro anticipato. Si tratta di tre appartamenti e altrettanti box auto situati a Venaria e Torino, tre autovetture, un motociclo, quattordici conti correnti e nel contenuto di alcune cassette di sicurezza, il tutto per un valore complessivo di circa un milione di euro.