TONIA, CLASSE 1934, SCORPIONE. DONNA SICULA LAVICA

Una chiacchierata tra le corsie con una donna d’altri tempi. Un ciuffo rosa ed il racconto di una vita piena proiettata verso il futuro. Oltre il virus tanto voglia di tornare a quelle consuetudini che ci sono tanto mancate.

La incontro per caso qualche giorno prima che fosse annunciata la pandemia. Ed è talmente empatico il nostro incontro casuale che saltiamo il pranzo senza accorgercene. Volate due ore, dopo esserci raccontate un po’ delle rispettive vite, io e Tonia Dolei, classe 1934, scorpione (Ah quella maledetta sensibilità dello scorpione) ci salutiamo, dandoci però appuntamento per il giorno dopo. E se la Gran Bretagna vanta una Regina longeva, inossidabile, incorruttibile, inattaccabile perfino da un virus che non ha risparmiato nemmeno i ventenni, ecco che il titolo di “Sicilian Queen” per la categoria “Donne sicule laviche”, spetta certamente a Tonia di diritto.

Wonder woman Tonia è la vera regina della sua casa. Donna di forte personalità, attivissima, piena di interessi, pratica una quotidiana ironia, che non ti aspetti, ed è questo, in sostanza, il suo atteggiamento vincente verso la vita. Da qualche tempo sfoggia un bellissimo ciuffo rosa, un vezzo che svela molto della sua personalità.

Le dona un tocco di leggerezza, ad addolcire l’espressione a volte un po’ severa, ma che invece si scopre essere solo prudente e malinconica. È una vera forza della natura, donna Tonia, che non si è mai posta il problema delle 85 primavere. Le ha vissute tutte, attraversate come si attraversano le tempeste, con forza d’animo, a muso duro ma con un grande cuore, da persona libera. Continua a viverle, anno dopo anno, con grande generosità e senso di pietas.

Ci conosciamo poco, ma intuendo la tua personalità, ho subito pensato che potevi essere nata soltanto da queste parti, sotto il vulcano Etna:

“…Sono nata a Centuripe in realtà, un paesino dell’ennese, ma da adolescente mi sono trasferita a Catania con la famiglia, i genitori, due sorelle e due fratelli. Siamo in cinque, tutti viventi. Però è vero, mi sento molto catanese, pur amando il mio paese d’origine. Finiti gli studi magistrali, ho conseguito il mio bel diploma. Subito dopo ho vinto a Roma il concorso alle Poste e mi sono trasferita a Venezia per circa 7 anni. Dopo ancora a Roma…”.

Per allora era un fatto inusuale che una giovane donna, sola, si allontanasse dalla famiglia. Ti ha ostacolato in qualche modo?

No, assolutamente – risponde Tonia – Per fortuna sono cresciuta in un ambiente familiare non ‘chiuso’, con genitori dalle idee abbastanza liberali, sono stata fortunata”.

Raccontaci un po’ di Tonia.

“…Niente di particolarmente speciale – aggiunge la donna – dopo Roma, dove ho vissuto per un anno, per amore, mi decisi a ritornare in Sicilia, perché avevo un fidanzato a Catania. Così mi sposai nel ‘68. Ma il matrimonio non fu come speravo e due anni dopo la nascita della bambina, mi separai. Fu un momento duro da superare, sola, con un lavoro di responsabilità ma soprattutto con una bambina di due anni da crescere”.

Era il ‘68, l’anno delle prime rivendicazioni femminili, della rivoluzione sociale giovanile. Come l’hai vissuto?

“…Quegli anni li ho vissuti da donna matura, responsabile su tutti i fronti – continua Tonia – e nonostante ciò la contestazione sociale e politica giovanile segnò la mia vita. Come accadde spesso, le amicizie non proprio ‘tranquille’, furono causa della tragedia più grande che può capitare a una madre. Mia figlia aveva solo 19 anni quando venne a mancare...”.

Come hai reagito a un colpo così duro?

“…Fu un terribile periodo, andai quasi in depressione – ricorda Tonia – che però ebbi la forza di non accettare, di reagire, di non sentirmi sconfitta dalla vita, e con la voglia di viverla, nonostante tutto, di darle un senso. Così mi iscrissi a un corso di volontariato, e dopo sei mesi andai a prestare la mia opera nei centri di recupero…”.

 

La tua decisione di voler essere vicina per tanti anni a giovani fragili, problematici, il voler comprendere le motivazioni per cui sono caduti nella dipendenza dalla droga, così come il tuo volontariato negli ospedali, dimostrano una grande propensione verso il prossimo, una spiccata capacità empatica, una forza d’animo nobile e rara.

Come stai vivendo questo periodo di isolamento forzato, causato dal COVID-19?

“…Non benissimo, come tutti del resto – evidenzia Tonia Dolei – mi manca il teatro, mi manca la palestra, il ballo. So ballare tutto, andavo a ballare con tutta la famiglia. La mia passione è il tango, solo non ho trovato ancora ‘l’uomo’ giusto per fare ‘coppia’. Per fortuna ho la mia musica, il mio pianoforte, e così passo un po’ il tempo a strimpellare. Certo mi mancano gli amici, mi manca andare a trovare i malati in ospedale, i miei fratelli, i miei nipoti. Ma ormai il più è fatto. Sono una donna che ha sempre rispettato la legge, le direttive. Presto riprenderò la mia auto e ricomincerò la mia vita di sempre…”.

Questa tua energia è ammirevole, puoi svelare a noi comuni mortali qual è il tuo segreto, wonder Tonia?

“…Nessun segreto, è semplice: amare il prossimorisponde compita Tonia – Ho scoperto molti anni fa che donare un po’ del proprio tempo a chi soffre ci rende più sereni. Sentire le benedizioni dei parenti e nei saluti dei malati guariti, quando lasciano le corsie, non è cosa che accade tutti i giorni. È un motivo per non invecchiare, perché ti fa sentire utile, anche alla mia bella età”.

Un bellissimo messaggio, il tuo, lasciamelo dire. Che cosa farai uscendo dall’isolamento, per prima cosa?

Andrò ad abbracciare le mie sorelle, i miei fratelli, tutti gli amici. E poi in ospedale”.

E il fidanzato quando, Tonia?

Ah no, per quello c’è tempo…”.

 

 

 

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