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Test psico-attitudinali per i magistrati, il governo ci riprova

Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia e relatore, in Commissione Giustizia al Senato, dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riforma ordinamentale della magistratura, ha rimesso sul piatto la storia dei test per le toghe. Chi l’avrà vinta nell’eterno braccio di ferro tra politica e magistratura?

Roma – Sulla proposta del governo di test psico-attitudinali per i magistrati si era alzato un gran polverone, con una prevedibile levata di scudi delle toghe, che alla fine del 2023 l’avevano scampata. Ora però l’esecutivo ci riprova. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si dice favorevole all’introduzione dei test, un pò sulla falsa riga di quanto avviene per polizia e forze armate.

Un tema che ha tenuto banco nell’ultimo scorcio del 2023 e che ha creato non poche fibrillazioni nella magistratura. E nel 2024 il governo rilancia. La commissione Giustizia al Senato ha iniziato infatti l’esame sia del decreto legislativo sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili che del decreto legislativo relativo alle disposizioni in materia di riforma ordinamentale della magistratura.

A Palazzo Madama verrà stilato un parere sugli atti di Governo entro il 28 gennaio. I due decreti della riforma Cartabia avevano ricevuto l’ok preliminare in Consiglio dei ministri lo scorso 27 novembre. Ma durante l’ultima seduta della scorsa settimana il capogruppo di Forza Italia in Commissione, Pierantonio Zanettin, relatore del dlgs in materia di riforma ordinamentale della magistratura si è detto favorevole all’inserimento nel parere di un’indicazione per introdurre i test attitudinali per i magistrati.

Il senatore di Fi Pierantonio Zanettin

Zanettin, con un passato al Consiglio superiore della magistratura, non è di certo l’ultimo arrivato in materia. Sulla misura si è dichiarata favorevole anche la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno (Lega). Test che alla Pubblica amministrazione “fanno tutti – ha sottolineato -. Quello del magistrato è un lavoro delicato che richiede la massima ponderazione ed equilibrio, quindi cosa c’è di male se vieni sottoposto al test?”.

E proprio da ministra della Pa Bongiorno, nel 2019, aveva provato a introdurre il tema, proponendo prove in grado di valutare l’equilibrio psichico-mentale ed eventuali patologie psichiatriche delle aspiranti toghe. Gli esponenti di Fratelli d’Italia non si sono ancora espressi sul tema. In commissione Giustizia alla Camera il relatore che dovrà redigere il parere sul decreto legislativo è il presidente Ciro Maschio, esponente di FdI.

Potrebbe servire del tempo, ma quella è la direzione a cui si guarda a Palazzo Chigi. Intanto l’ipotesi è stata messa sul tavolo senza però essere inserita nei due decreti legislativi varati dal Consiglio dei ministri per portare avanti la riforma della giustizia. Uno scenario che inevitabilmente aggiunge materia di discussione sul fronte fra esecutivo e magistratura, tornato caldo dopo le dichiarazioni di Guido Crosetto sul rischio di una “opposizione giudiziaria”.

dossieraggio il giornale popolare
Il ministro della Difesa Guido Crosetto

Quello che è certo è che il Guardasigilli Carlo Nordio è convinto della loro utilità. I test psicoattitudinali per i magistrati? È un “esame previsto per la polizia giudiziaria”, pertanto “non sarebbe uno scandalo se fosse esteso ai pm che ne sono i capi”, ha sempre dichiarato. Tanto da aver trattato l’argomento nelle sue pubblicazioni degli ultimi venti anni. Non solo. Ha addirittura confessato si trattasse di un esame psichiatrico.

L’idea non è di certo nuova. Chi non ricorda l’ossessione di Silvio Berlusconi per la persecuzione giudiziaria di cui è stato vittima per mano delle toghe? “Questi giudici sono doppiamente matti, disse nel 2003. Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”.

Silvio Berlusconi

Ed è per questo che nel 2006 ci aveva provato il ministro della Giustizia Roberto Castelli, che nella sua riforma aveva provato a introdurre un colloquio di idoneità psico-attitudinale all’esercizio della professione. Ma anche per via delle critiche dell’Anm, la disposizione fu abrogata con la riforma Mastella l’anno successivo.

I diretti interessati, ovviamente sono contrari. Salvatore Casciaro, giudice della Corte di Cassazione e segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, li giudica inutili. “Il concorso in magistratura è già selettivo e dà adeguate garanzie sulle attitudini non solo tecnico-giuridiche, anche in considerazione dell’affiancamento del neo-magistrato negli uffici giudiziari per ben diciotto mesi prima dell’assunzione delle funzioni giurisdizionali“, è il suo punto di vista.

E aggiunge: “La previsione di test psico-attitudinali innesterebbe aspetti di marcata soggettivizzazione nella fase di accesso alla professione, implicando un raffronto rispetto a un modello astratto e precostituito di magistrato, di per sé opinabile. Aggiungo che si tratta di un’innovazione che ritarderebbe le già lunghe procedure di concorso per la copertura delle gravi carenze di organico dei magistrati, inserendo un ulteriore step preliminare, a mio avviso del tutto inutile”.

Chi l’avrà vinta nell’eterno braccio di ferro tra politica e magistratura?

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