Il segretario del sindacato della categoria Casciaro: “Un provvedimento che è uno sfregio alla magistratura, valuteremo la mobilitazione”.
Roma – La magistratura resta sulle barricate, e lo scontro con il governo si acuisce di ora in ora. Sul piede di guerra, le toghe vanno verso lo sciopero per le decisioni assunte sui test psico-attitudinali per chi entra in magistratura. Le valutazioni su una eventuale mobilitazione dell’Anm, è deciso che saranno al centro del prossimo Comitato direttivo centrale (Cdc) del sindacato delle toghe, in programma sabato 6 e domenica 7 aprile. L’argomento è stato fissato all’ordine del giorno, dove si legge “introduzione dei test psico attitudinali per l’accesso in magistratura. Valutazioni”.
Il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro insorge e promette battaglia: “È un provvedimento che mi pare sotto un certo profilo sfregiante nei confronti della magistratura, perché dà un messaggio ai cittadini secondo cui i magistrati hanno bisogno di essere controllati psichicamente. È un provvedimento demagogico perché non ce n’è nessuna necessità: i magistrati vengono controllati sotto il piano dell’equilibrio, un parametro che costituisce una precondizione per l’esercizio della funzione giurisdizionale, lungo tutto l’arco della propria carriera. Ed è un provvedimento di dubbia costituzionalità”.
Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, aveva puntato il dito contro il governo subito dopo la approvazione in Cdm: “Più che una sciagura, è una norma simbolo, lo scopo era creare una suggestione nell’opinione pubblica, che i magistrati hanno bisogno di un controllo psichico”. E aveva rinviato un’eventuale mobilitazione sul tema: “Sullo sciopero ne riparleremo, siamo tutti uniti. È una norma irrazionale, entrerà in vigore nel 2026, c’è spazio per convincere ad eliminarla”. Il 6 e 7 aprile molto probabilmente decideranno per la mobilitazione.