sindaco di Sorrento Massimo Coppola

Tangenti sugli appalti, sequestrati 112mila euro al sindaco di Sorrento e al suo collaboratore

Massimo Coppola e Francesco Di Maio sono stati arrestati una settimana fa nell’ambito di un’inchiesta per mazzette e corruzione.

Napoli – Tangenti per oltre 112mila euro in cambio dell’assegnazione di appalti pubblici: questa l’accusa a carico del sindaco di Sorrento Massimo Coppola e del suo collaboratore Francesco Di Maio, arrestati in flagranza di reato la sera dello scorso 20 maggio subito dopo avere ricevuto 6mila euro da un imprenditore: la somma è ritenuta dalla Procura di Torre Annunziata la tranche di una tangente chiesta all’imprenditore in cambio dell’affidamento dei servizi di refezione scolastica e di gestione dell’asilo nido da parte del Comune di Sorrento. Dopo l’arresto, arriva ora il sequestro.

L’inchiesta e il sequestro

La Guardia di Finanza di Torre Annunziata, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito un sequestro preventivo dell’intera somma ritenuta oggetto di corruzione: 112.000 euro, di cui 106.000 riconducibili a Coppola e 6.000 a Di Maio. La somma è stata interamente sequestrata durante l’esecuzione del provvedimento.

Tangenti “documentate”

Secondo gli investigatori, i due sono stati sorpresi subito dopo aver ricevuto 6.000 euro in contanti da un imprenditore, che sarebbe stato agevolato nell’affidamento dei servizi comunali per la refezione scolastica e la gestione dell’asilo nido. La cifra, ritenuta una tranche di una più ampia tangente, sarebbe stata il pagamento per il favore ottenuto nell’assegnazione degli appalti.

Una pratica reiterata

Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Massa Lubrense hanno portato alla luce una presunta prassi consolidata: Coppola e Di Maio avrebbero ricevuto più volte denaro in contanti dallo stesso imprenditore sorrentino, aggiudicatario degli appalti, fino a raggiungere la cifra complessiva sequestrata.

Le accuse

I due sono formalmente indagati per corruzione e indebita percezione di utilità in cambio di atti contrari ai doveri d’ufficio. Il decreto di sequestro è stato disposto in via d’urgenza, proprio per impedire la dispersione delle somme frutto del reato.

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