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Sul problema migranti Meloni si gioca il futuro

I tira e molla con i cosiddetti Paesi partner, le promesse da marinaio dei rappresentanti maghrebini che incassano soldi e favori senza dare nulla in cambio, il disatteso “blocco navale” del programma elettorale, la figuraccia del compagno della Meloni che definisce transumanza le migrazioni di poveri disgraziati e, in ultimo, il tribunale di Catania che ritiene illegittimo il Decreto sulle espulsioni accelerate, la dicono lunga su quanto importante sia il gravissimo problema dell’accoglienza per il futuro della maggioranza.

Roma – Mentre ne parliamo a Lampedusa gli sbarchi continuano. Sono migliaia e le rassicurazioni della premier Meloni non tranquillizzano affatto:”Capisco la posizione del governo tedesco ma se loro vogliono tornare indietro noi presentiamo un altro emendamento che prevede che i migranti vengano trasportati nel paese della bandiera della nave non governativa. Non si fa solidarietà sui confini degli altri…”.

Belle parole, e allora? Come siamo rimasti? Quando cambieranno rotta le migliaia di migranti che continuano a sbarcare in Italia? Oppure: verranno accolti, curati, censiti e poi divisi fra i Paese Membri? Quando? Da subito? Insomma con i quasi 150mila ucraini lo abbiamo fatto e li abbiamo accettati in silenzio per poi ospitarli a tempo indeterminato dunque non dovremo usare lo stesso metro con chi viene dall’Africa e dal Maghreb? Si, no, forse.

La situazione è di grande confusione ma anche impregnata di pressapochismo e di scarsa conoscenza di un fenomeno che non sembra chiaro nemmeno ad Andrea Giambruno, giornalista, conduttore della trasmissione di Rete4 Diario Del Giorno e compagno di Giorgia Meloni. Nella puntata del 29 settembre scorso Giambruno, parlando ampiamente di Silvio Berlusconi in occasione del compleanno postumo del Cavaliere celebrato durante la manifestazione di Forza Italia svoltasi a Paestum, se ne usciva con una sparata che si poteva davvero risparmiare:

“Ho sentito dire, da politici italiani che Berlusconi è stato un formidabile visionario geopolitico. Cioè è stato forse il più grande ministro degli Esteri che il Paese abbia avuto negli ultimi 30 anni. Aveva già capito tutto della transumanza, se così possiamo definirla, dall’Africa verso l’Europa…”.

Andrea Giambruno

Insomma nemmeno Giambruno ha ben compreso il fenomeno, pur avendo a fianco il più privilegiato degli interlocutori, tanto da paragonarlo alla transumanza, ovvero alla migrazione stagionale, opposta all’alpeggio, di pastori, greggi e mandrie dalle alture alle pianure. Vabbè, lasciamo stare. E che dire dei Paesi come Tunisia, Libia, Algeria e compagnia bella che promettono, promettono, incassano e incassano ma di concreto non fanno mai nulla?

Ricordate i viaggi della speranza dell’ex ministro Lamorgese che donava benefit ai maghrebini per ricevere un fico secco in cambio? Ieri come oggi. E Piantedosi non è certo più fortunato, questo governo non è più fortunato, e nemmeno più accorto con i nostri dirimpettai mediterranei, tranne che nei roboanti comunicati dove si afferma che gli accordi sono stati fatti e che, finalmente, il fenomeno degli sbarchi verrà risolto quanto prima.

Si, ma quando? E se cosi fosse, casomai, andatelo a dire ai presidenti delle Regioni e ai sindaci che, a livello bipartisan, sono scesi sul piede di guerra, in tutta Italia, per dire no ai Cpr, i centri di permanenza e rimpatrio per i migranti, voluti proprio dal ministro dell’Interno che, evidentemente, li considera la panacea per tutti i mali. Lui solo però:

Luca Zaia

“Non risolve il problema degli arrivi – ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, in quota alla Lega e non al Pd – visto che avremo 140-150mila persone che dovranno essere rimpatriate, e l’Italia riesce a far rimpatriare dalle 3.500 alle 4.000 persone… Non abbiamo avuto comunicazioni per quanto riguarda l’allestimento di un Cpr nella nostra regione…Stiamo affrontando il mare pensando di svuotarlo con un secchio…La vera partita è di fare in modo che si arresti questo flusso… Questo è un esodo biblico, e per questo dobbiamo intervenire su tutti i livelli, in particolar modo quello europeo”.

Del resto anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, rispondendo sulla stesso argomento, sene usciva con un laconico ma lapidario “Siamo al Completo“. Ma allora a Lampedusa quando si arresterà qull’esodo biblico come lo ha definito il presidente Zaia? Poi la ciliegina sulla torta: il tribunale etneo non ha convalidato il fermo di quattro giovani profughi argomentando che “il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri confligge con la superiore normativa europea“. In poche parole il decreto del governo che dispone il trattenimento dei richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell’esito della procedura di frontiera accelerata, con relativa cauzione di 5mila euro per in libertà, sarebbe illegittimo e cozzerebbe con la normativa europea? E chi l’avrebbe redatto Paperino?

Profughi ucraini ospitati in Italia

Cosi non va e se Giorgia Meloni non giocherà d’astuzia e di timone il governo che presiede presto inizierà a vacillare e potrà essere annoverato fra quelli che tristemente ricordiamo. La Premier ha detto, battendosi il petto, che il suo è il governo non degli elettori di centrodestra ma di gran parte degli italiani. Sino ad oggi, e ad un anno dal suo insediamento, non sembra abbia onorato il suo programma politico, quello si votato da numerosissimi italiani. Polemiche e critiche a parte.

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