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Strage di Erba: ha osato chiedere la revisione, Csm sanziona il pm Tarfusser

Censura per la toga che replica e tira dritto: “Lo rifarei, ho agito bene altrimenti non saremmo nell’imminenza dell’apertura del processo”.

Roma – Ha osato proporre la revisione del processo sulla strage di Erba, in contrasto con il suo ufficio, e “non era competente a farlo”. Per questo motivo, il sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser è stato sanzionato disciplinarmente dal Csm con la ‘censura’. Il magistrato milanese, per anni alla guida della Procura di Bolzano e ex giudice della Corte penale internazionale è stato sanzionato da Palazzo dei Marescialli con la censura, una dichiarazione formale di biasimo contenuta nel dispositivo della decisione disciplinare. Ironia della sorte, la revisione del processo sulla strage di Erba ci sarà: Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva, torneranno in aula il prossimo primo marzo per la revisione della sentenza che li ha condannati al carcere a vita.

Tarfusser è “colpevole di aver violato le linee guida della Procura generale di Milano in tema di revisione dei processi”, tuona il Consiglio superiore della magistratura. Ma oggi, ancor più di prima, il magistrato che parla tre lingue e ha esercitato con grande esperienza le sue funzioni è convinto di avere agito nel modo più corretto: “La mia soddisfazione è professionale, perché la revisione è un fatto straordinario”, ha detto aggiungendo: “Rifarei esattamente ciò che ho fatto e sono contento di averlo fatto”. Il Csm lo ha punito ma lui replica: “Non ho niente da commentare, tornerò in ufficio come prima”. Quanto a un eventuale ricorso
davanti alle sezioni unite civili della Cassazione per impugnare la decisione odierna del ‘tribunale delle toghe’, risponde: “prima leggerò le motivazioni, poi deciderò”.

Per Trafusser, dopo le nuove analisi dei consulenti grazie a tecnologie più sofisticate, “emerge un quadro probatorio notevolmente diverso rispetto a 15 anni fa”. In particolare la testimonianza del superstite Mario Frigerio: “Non si è trattato di un riconoscimento immediato”, dice il pg. C’è poi la macchia di sangue sull’auto di Olindo Romano, appartenuta ad una delle vittime della strage, Valeria Cherubini. Per il magistrato non sarebbe stata repertata correttamente.

Olindo e Rosa

Il curriculum di Tarfusser è invidiabile, inarrivabile da parte di alcuni magistrati, per la sua libertà dalle correnti che invadono il giudizio e dagli accadimenti politici. Non sa cosa siano né le toghe rosse né quelle nere, come dovrebbe essere per chi è servitore dello Stato. Ma si sa, per i servitori dello Stato c’è sempre un prezzo da pagare. Il suo pensiero appare libero e deciso, qualsiasi questione politica o giudiziaria invada la sua sfera. Lui che da vicepresidente della Corte penale internazionale dell’Aja sui – tanti – processi a Berlusconi disse: “Non conosco gli atti, ma come ipotesi di lavoro si potrebbe anche pensare che i giudici, talvolta, possano avere ragione”. Lui che dall’altra parte si è opposto alla richiesta di consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi, il ragazzo di 23 anni che ha partecipato alla protesta contro la manifestazione neonazista di Budapest dell’11 febbraio scorso insieme a Ilaria Salis, 39 anni, che da quel giorno è detenuta in un carcere di massima sicurezza.

Ma tornando alla strage di Erba Tarfusser dice: “Ho fatto bene ad agire come ho agito, altrimenti non saremmo nell’imminenza dell’apertura del processo di revisione” per la strage di Erba. Così, in
dichiarazioni spontanee rese davanti alla sezione disciplinare del Csm, il pm di Milano ha difeso la correttezza
del suo comportamento nella procedura di richiesta di revisione per l’eccidio per il quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo e Rosa. Il dibattimento per la revisione prende il via il primo marzo davanti alla Corte di Appello di Brescia con il parere negativo del Procuratore generale di Milano Francesca Nanni.

“Non ho violato alcuna norma disciplinare perché la norma in realtà non c’è, perché non ci può essere una norma che regola la mia vita privata”, ha detto la toga riferendosi alle sue ricerche che lo hanno portato a condividere la richiesta di revisione del processo per la strage di Erba. “Quell’atto è diventato un atto giudiziario solo quando lo ho depositato alla segreteria del Procuratore generale di Milano, non lo ho
depositato io a Brescia”, ha proseguito Tarfusser. La Pg Nanni ha inoltrato a Brescia la richiesta di revisione sostenuta da Tarfusser, allegando il suo parere negativo. “Non mi sarei mai immaginato dopo 40 anni di servizio svolto con serietà, passione e competenza, di trovarmi di fronte alla sezione disciplinare del Csm”, ha spiegato.

E ha concluso: “Non sono né colpevolista né innocentista, io ho studiato gli atti e ripeto ero consapevole di quello che stavo facendo, ho scritto la richiesta di revisione perché se non l’avessi fatto, non potrei più dormire, non sarei più sereno con me stesso, col mio dovere, con la mia deontologia”. 

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