Stellantis, Urso: “Abbiamo fatto ciò che dovevano fare i governi precedenti”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, torna sul caso automotive durante la visita allo stabilimento di Menarini Spa.

Roma – “Con Stellantis siamo riusciti, dopo un confronto franco e determinato, ad avere un piano Italia per il mantenimento di tutti gli stabilimenti e dei livelli occupazionali, anche con il ricambio generazionale, con investimenti di oltre 2 miliardi nel 2025 e con garanzie per l’indotto pari ad almeno 6 miliardi quest’anno e altrettanto significativi per gli anni successivi. Quello che avrebbe dovuto fare il governo quando è stata creata Stellantis nella totale insipienza e inadempienza di chi ci ha preceduto”. Torna sul caso Stellantis il ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso, in visita allo stabilimento Menarini Spa (ex industria Italiana Autobus) a Fiumeri (Avellino).

“Ora siamo impegnati in Europa per avere una revisione completa e strutturale della modalità con cui raggiungere il target, che noi confermiamo, del 2035 per la piena decarbonizzazione. È importante, – ha aggiunto Urso – come chiedono i francesi, rimuovere l’ostacolo insormontabile delle folli multe al sistema delle auto pari a circa 15 miliardi di euro solo quest’anno. È necessario, come chiede anche il governo tedesco finalmente, che ci sia un piano di incentivi europeo”.

Adolfo Urso

La “rimozione delle multe, ostacolo insormontabile, e il piano incentivi europeo sono 2 dei punti del nostro ‘non paper’, cioè della politica di riforma che abbiamo proposto alla Commissione e al Consiglio europeo, ma non sono sufficienti. Da sole sarebbero misure tampone, che rinvierebbero senza risolvere il problema. Noi invece abbiamo una vera visione riformista e strategica”. Sullo sfondo, la crisi dell’automotive che galoppa in Italia in questo primo scorcio del 2025 portandosi dietro i pesanti strascichi dello scorso anno nell’indotto Stellantis, tra licenziamenti scongiurati e cassa integrazione. Le ricadute occupazionali ed economiche che riguardano i territori dei vari stabilimenti da Nord a Sud preoccupano i lavoratori e creano tensioni sindacali.

Intanto negli Usa i dirigenti di Stellantis si sono scusati ripetutamente con i concessionari che hanno sofferto per i risultati di vendita deludenti per gran parte dello scorso anno, promettendo una ripresa nel 2025 attraverso programmi di incentivi per i veicoli, maggiore pubblicità e diverse modifiche ai veicoli. “L’anno scorso siamo stati molto chiari sul nostro prodotto, sui nostri prezzi, sui nostri incentivi – ha detto a The Detroit Jeff Kommor, che guida le vendite negli Stati Uniti per Stellantis. L’incontro tra i dirigenti e molti dei 2.600 concessionari Chrysler, Dodge, Jeep e Ram del paese si è tenuto durante la convention annuale della National Automobile Dealers Association a New Orleans. I dirigenti hanno discusso dell’obiettivo di aumentare le vendite del 30% su alcuni marchi come Jeep e Ram, di una rinnovata spinta pubblicitaria anche al Super Bowl ai livelli pre-pandemia e dell’offerta di opzioni più convenienti nella gamma di pick-up Ram, hanno detto i concessionari.

Nei giorni scorsi John Elkann ha incontrato il presidente Donald Trump a Washington. Durante l’incontro, Elkann ha espresso l’entusiasmo di Stellantis per l’industria automobilistica statunitense, definendola un pilastro fondamentale per l’occupazione e l’economia del paese. Antonio Filosa, Chief Operating Officer di Stellantis per il Nord America, ha sottolineato che il dialogo si è concentrato su temi come l’innovazione e la crescita del settore. Elkann ha ribadito l’impegno del gruppo a rafforzare la propria presenza negli Stati Uniti, annunciando investimenti significativi per consolidare marchi iconici come Chrysler, Dodge, Fiat, Jeep e Ram Trucks.

L’amministrazione Trump ha manifestato l’intenzione di introdurre dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico, una mossa che potrebbe influenzare Stellantis, dato che circa il 40% dei veicoli venduti dal gruppo negli Stati Uniti proviene da questi paesi. Nonostante queste possibili sfide, Stellantis si è dichiarata fiduciosa nella propria capacità di adattarsi ai cambiamenti politici e ha accolto positivamente l’enfasi dell’amministrazione sul rafforzamento della base manifatturiera statunitense.

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