I sindacati lanciano l’allarme: “Su Atessa annunci ottimistici dall’azienda ma ci sono circa 1500 dipendenti in cassa integrazione”.
Torino – Una notizia cattiva e una – ma solo all’apparenza – buona per i dipendenti dell’indotto di Stellantis. Quella cattiva è che duecentocinquanta lavoratori e lavoratrici – in prevalenza a ridotte capacità lavorativa – dell’unità produttiva ‘Ex mascherine’ di Mirafiori sono rischio licenziamento. È quanto riferiscono i sindacati. Dopo l’incontro tra le segreterie territoriali di Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr e Fiom dell’area torinese con Stellantis per parlare della scadenza degli ammortizzatori sociali per fine gennaio 2025, “l’Azienda ci ha confermato la volontà di ricorrere ad altri ammortizzatori sociali che però ad oggi non sono previsti dall’attuale normativa”, avvertono.
La notizia all’apparenza buona è che invece è che nello stabilimento Stellantis di Atessa, il più grande impianto europeo di veicoli commerciali leggeri, è stata avviata la produzione dei nuovi furgoni di grandi dimensioni Bev di Stellantis Pro One. Dietro gli annunci trionfalistici c’è una situazione dello stabilimento abruzzese definita preoccupante da parte dei sindacati. In più, nei giorni scorsi il colosso dell’automotive ha comunicato alle organizzazioni sindacali dello stabilimento di Termoli la richiesta di cassa integrazione dal 16 al 22 dicembre per le linee produttive dei motori Gse e V6. Una misura necessaria per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato, soprattutto perché sarebbe strettamente legata alle temporanee sospensioni produttive dei modelli negli impianti di Pomigliano e di Cassino, e per garantire una gestione efficiente delle risorse. In una nota, Stellantis afferma: “Siamo determinati a garantire la continuità dei nostri impianti e delle attività in questo momento complicato”.
Ma tornando al clima di tensione a Torino, i sindacati fanno il punto della situazione. “A oggi – viene riferito – non ci sono strumenti che ci consentano di prevedere che questi lavoratori saranno coperti, a partire da inizio febbraio 2025 e per tutto l’anno, vista la mancanza di attività lavorativa prevista dall’azienda, che si protrarrà almeno fino alla fine dell’anno, quando è previsto l’avvio produttivo della 5oo Ibrida”. Le segreterie provinciali riferiscono poi “al fine di fornire un quadro dettagliato” che effettueranno una richiesta di incontro urgente indirizzata al presidente della Regione Cirio e ai suoi assessorati competenti, “anche per verificare tutte le reali opportunità in questa grave situazione di incertezza”.
Per i sindacati è “indispensabile ed estremamente urgente che le istituzioni regionali e nazionali mettano in campo gli strumenti che consentano di evitare il licenziamento di questi 250 lavoratori, che peraltro rappresentano solo la punta dell’iceberg di una situazione che coinvolge diverse realtà del settore automotive che vedono nella scadenza di tutti gli ammortizzatori sociali ad oggi disponibili la causa che può portare alla perdita di migliaia di posti di lavoro già dai primi mesi del 2025″. In attesa di nuove produzioni “che chiediamo da tempo a gran voce, per un territorio che ha già pagato pesantemente negli ultimi anni il prezzo più alto in termini di perdita occupazionale e di riduzione del reddito da parte dei lavoratori, chiediamo che si mettano a disposizione tutti gli strumenti necessari per invertire la rotta a questo drammatico declino, anche a sostegno della tenuta sociale dell’intera area torinese”, concludono.
Intanto nello stabilimento Stellantis di Atessa, è stata avviata la produzione dei nuovi furgoni di grandi dimensioni Bev di Stellantis Pro One, la business unit dedicata ai veicoli commerciali. Dalle linee del sito uscirà, pertanto, la nuova generazione di Fiat Professional Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper, Opel Movano e Vauxhall Movano. I Large Van elettrici prodotti ad Atessa sono la seconda generazione di propulsione Bev in grado di offrire la migliore autonomia Ev della categoria (fino a 420 km) con una batteria da 110 kWh ed un sistema di ricarica rapida a 150 kW in grado di portare la batteria da 0 all’80% in meno di un’ora.
“In Stellantis siamo orgogliosi dell’eccellenza produttiva che caratterizza lo stabilimento di Atessa, un punto di riferimento a livello mondiale nella produzione dei Van – commenta Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer, Enlarged Europe and Ceo of Stellantis Pro One – questo stabilimento, che vanta una prestigiosa storia in Italia da oltre 40 anni, rap presenta un simbolo di qualità e oggi celebriamo l’avvio della produzione dei large van elettrici per tutti i 5 brand Stellantis di veicoli commerciali come ulteriore conferma dell’impegno concreto dell’azienda in Italia”. “L’investimento ad Atessa per la produzione di veicoli Bev è parte integrante del piano industriale di Stellantis in Italia e segna un ulteriore passo significativo nella realizzazione del piano strategico di Stellantis Dare Forward 2030, che prevede la riduzione del 50%, rispetto all’anno 2021, delle emissioni di carbonio e con l’obiettivo di trasformarsi, entro il 2038, in una realtà tecnologica di mobilità a zero emissioni nette di carbonio”.
Un “traguardo che sottolinea l’impegno dell’azienda nel promuovere la sostenibilità e nell’essere protagonista di un futuro sempre più innovativo e responsabile’‘, conclude Imparato. Il sito produttivo di Atessa è stato inaugurato nel 1981 e ha una superficie di oltre 1,2 milioni di metri quadrati e può produrre fino a 1.200 veicoli al giorno. Attualmente oltre l’80% dei veicoli prodotti è esportato a livello internazionale in 75 paesi. Ma la Fiom Chieti evidenzia che la buona notizia di Atessa è “in prossimità dello sciopero generale del 29 novembre prossimo.
“Stellantis ha diffuso, riguardo allo stabilimento di Atessa, la nota che riporta notizie incoraggianti: la produzione di furgoni elettrici, una capacità produttiva dichiarata di 1.200 veicoli al giorno, il riconoscimento come ‘Miglior veicolo base camper dell’anno’ e altre informazioni di rilievo… Tuttavia, è naturale interrogarsi su come queste affermazioni si concilino con la situazione attuale, che vede circa 1.500 lavoratori in cassa integrazione. In presenza di dati così ottimistici, ci si potrebbe aspettare una verifica approfondita sull’utilizzo della cassa integrazione ordinaria da parte dell’Inps”, afferma in una nota, la Fiom Chieti, con il segretario provinciale Alfredo Fegatelli. “La realtà – afferma – appare complessa. Attualmente, la produzione effettiva, causa chiusura ‘verniciatura vecchia’ sembrerebbe essere inferiore a quanto dichiarato: si parla di una capacità produttiva reale che si aggira intorno ai 900 furgoni al giorno, con una media operativa di circa 800 veicoli.
Per quanto riguarda i furgoni elettrici, “le stime indicano una produzione di decine di unità. Inoltre la Trigano Van, che realizza camper e van, ha recentemente ridotto il numero del personale non rinnovando i contratti ai somministrati e ai lavoratori a tempo determinato”. “La situazione produttiva sembra risentire di criticità legate a interruzioni impreviste, che potrebbero essere attribuite alla vetustà degli impianti, e della perdita di quote di mercato. In questo contesto, le difficoltà gravano soprattutto sulle lavoratrici e sui lavoratori della ex Sevel e delle aziende dell’indotto. Rimane poco chiaro il motivo di questi annunci, così come non sono noti dettagli sul piano industriale. Ciò che è evidente, però, è la situazione di disagio che molte lavoratrici e molti lavoratori stanno attualmente affrontando”.