Si parla di ritenzione idrica quando il corpo si trova in stato patologico. Normalmente non esiste. Lo stesso termine si usa nelle pubblicità per integratori diuretici, il che è tutto dire. Il grasso invece ci rimane appiccicato addosso sino a quando non lo rimuoviamo.
In assenza di patologie come disfunzioni renali o edemi, vi assicuro che il nostro corpo non accumula acqua, quindi la ritenzione idrica è una bufala. Sarebbe comodissimo per l’uomo portarsi una riserva d’acqua addosso come fanno i cammelli. L’acqua è indispensabile, entra in numerose reazioni biochimiche a livello cellulare e svolge essenziali funzioni vitali, come il trasporto dei nutrienti e dei prodotti di scarto tra i tessuti dell’organismo e gli organi. A livello polmonare l’acqua permette la diffusione dell’ossigeno e dell’anidride carbonica. Una delle funzioni vitali più importanti è la termoregolazione del corpo per mezzo dell’evaporazione attraverso la pelle e per mezzo dei polmoni nella respirazione.
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Un essere umano può vivere settimane o mesi senza assumere cibo, dipende da quanto è ciccione. Ma la mancanza di acqua porta alla morte nel giro di due o tre giorni. Riflettiamo insieme: mi dite quale tessuto del corpo umano assorbe e ingloba acqua? Il tessuto osseo, vi assicuro, non ne trattiene. Il tessuto muscolare nemmeno. Il tessuto adiposo (grasso), men che meno. Il tessuto nervoso no. Il tessuto epiteliale (la pelle) no. Abbiamo anche degli organi interni: cuore, fegato, milza, polmoni, stomaco, intestino, pancreas, ovaie, testicoli, eccetera. Tutto questo trattiene acqua? Il cervello trattiene acqua? Qui qualche dubbio ce l’avrei … Forse il cervello di chi afferma che il corpo umano trattiene acqua e fa ritenzione idrica. Ecco che sento alzarsi un coro di proteste: “…Non lo sa, questo matto, che l’acqua viene trattenuta nello spazio interstiziale e dal dotto linfatico?…”.
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Non è così. Grazie ai reni, e al lavoro di filtraggio del sangue che svolgono, l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio idro-salino e a evitare che l’acqua ristagni nel nostro corpo. Quando ha luogo un ristagno significa, ripeto, che ci si trova in una condizione patologica (linfo-edemi, malattie renali o cardiache). In assenza di patologie l’eccesso d’acqua provoca inesorabilmente una rapida escrezione sotto forma di pipì. Viene filtrata dai reni con nessuna possibilità di poter essere accumulata o trattenuta. Consideriamo il sistema sanguigno e quello linfatico. Il sangue è inserito in un contesto circolatorio a cui fa capo una pompa che si chiama cuore. Si tratta di un circuito idraulico chiuso. Le leggi idrauliche ci dicono che se all’interno di un circuito chiuso aumenta la quantità di acqua circolante aumenta anche la pressione. Ed è quello che succede. Il mio socio (Dio) cosa ha escogitato per far sì che la pressione non aumenti con l’aumentare del liquido circolante e fare in modo che questo – cioè il sangue – rimanga costante? Ha creato i reni, i quali filtrano un litro di sangue al minuto producendo, contestualmente, un millilitro di urina (96 per cento composta da acqua) al minuto, per un totale di circa un litro e mezzo di urina nelle ventiquattrore. Dovete sapere che l’organismo umano produce acqua metabolica sia quando si dimagrisce (cioè durante la lipolisi) che quando si ingrassa (cioè durante la liposintesi).
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I metaboliti del dimagrimento sono anidride carbonica, acqua e corpi chetonici. L’anidride carbonica viene espulsa attraverso i polmoni, l’acqua e i corpi chetonici attraverso le urine. Quindi si dimagrisce espirando e facendo la pipì. Una precisazione: ho scritto urine e non feci. Questo per coloro che mi dicono: “…Ieri non ho perso peso perché non ho fatto la cacca…”. Secondo alcuni medici l’acqua ristagnerebbe nello spazio interstiziale, che è quello spazio che esiste tra cellula e cellula, in particolare, guarda caso, nelle zone predisposte all’accumulo di grasso come addome, cosce e fianchi. Ma il sistema linfatico è deputato alla raccolta della linfa interstiziale, presente in tutti gli spazi intercellulari, e alla sua immissione nell’apparato circolatorio, cioè sanguigno. È vero che la linfa non forma un circuito, come la circolazione sanguigna, ma e altresì vero che a essa vi si ricollega. La linfa si crea a livello dei capillari arteriosi, dalle cui pareti trasuda il plasma per effetto della pressione arteriosa e si diffonde nei piccoli spazi fra le cellule. In questo liquido interno avvengono gli scambi di cessione delle sostanze nutritive e la raccolta di quelle di rifiuto che raggiungeranno la circolazione sanguigna in due modi. Una parte viene riassorbita dai capillari venosi per effetto della pressione osmotica proteica (dovuta alle proteine all’interno dei capillari) e rientra nel flusso circolatorio del sangue. Un’altra parte, invece, viene raccolta dai capillari linfatici le cui estremità, a fondo cieco, assorbono il liquido direttamente negli spazi interstiziali esistenti fra i capillari sanguigni e le cellule.
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Dai capillari linfatici la linfa passa in vasi di portata maggiore e transita, durante il suo cammino, nelle ghiandole linfatiche dove viene filtrata e purificata da germi e particelle di rifiuto. La linfa circola in un circuito di vasi simili alle vene e con valvole a nido di rondine. Al termine del suo percorso viene riversata nel sangue, filtrata dai reni e liberata dall’acqua in eccesso formando urina. Molti medici reputano che, soprattutto nelle donne, il ritorno venoso e linfatico non funzioni bene e “il liquido” (si riferiscono all’acqua?) permanendo negli spazi interstiziali delle cellule crei la cellulite. Così non è perché non può esservi ristagno essendo il circuito linfatico inserito nel circuito sanguigno.
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Ribadisco: il circolo linfatico si ricollega a quello del sangue e quest’ultimo, spinto dal cuore, per mezzo delle arterie, raggiunge i reni la cui funzione e proprio quella di filtrare e poi liberare l’acqua in eccesso formando urina. L’acqua non sosta sui fianchi. La ciccia sì. Quante donne attribuiscono il proprio sovrappeso alla “ritenzione idrica” felici di aver trovato finalmente un colpevole, spalleggiate da articoli senza nessun fondamento scientifico nelle stesse riviste dove si pubblicizza un nuovo diuretico. Quando, dopo un mese di Filosofia Alimentare Viaggio Culinario con Lemme in cui hanno mangiato a iosa, non hanno fatto attività fisica e hanno perso dieci chili, si presentano da me al controllo e hanno il coraggio di dirmi: “...Ho perso 10 chili, era tutta acqua!..”. Io le insulto e chiedo loro dove fosse la risacca, il tessuto o l’organo dove ristagnavano 10 litri d’acqua! Una tanica! Ma andiamo… Esseri non pensanti con scarsa capacità elaborativa, fatevi furbi che fessi già ci siete!