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Sondaggi: Meloni conferma il primo posto, PD in calo e M5S recupera spazio

La tenuta di Fdi, il calo del Pd e il recupero del M5S: gli ultimi sondaggi fotografano l’andamento dei principali partiti italiani.

Roma – Gli ultimi sondaggi confermano il podio dei principali partiti italiani: al primo posto nelle intenzioni di voto a livello nazionale c’è sempre il partito della premier Meloni seguito, a distanza, dal Partito Democratico, a sua volta inseguito dal Movimento Cinque Stelle. Le previsioni, in sostanza, fotografano una sostanziale tenuta di Fdi, rispetto alla rilevazione precedente del 13 marzo 2023. Così, dopo le polemiche per la Festa della Liberazione e le critiche per non aver dichiarato esplicitamente di essere antifascista, il primo ministro piace ancora e praticamente non perde colpi. Si attesta al 29% e, rispetto al sondaggio precedente, perde solo lo 0,2%.

Elly Schlein

Il Pd invece, dopo l’entusiasmo iniziale assicurato dalla novità Schlein, inizia a perdere smalto. Certo la flessione rispetto a metà marzo non è consistente, anche in questo caso di appena lo 0,2% come Fdi, che comunque consente ai dem di superare, anche se di un decimale, la soglia del 20% e portarsi al 20,1%. Il M5s, invece, recupera spazio, anche se dal Pd lo dividono ancora quasi 5 punti. Il partito di Conte è salito di 7 decimi, e si porta al 15,7%. A seguire si colloca la Lega con il 9,5% (+0,1), subito dopo c’è Forza Italia che sale al 7,1% (+0,6). Per il Terzo Polo la situazione si complica e non è rosea, dopo che il bluff del partito unitario con Renzi e Calenda. Al momento i gruppi restano uniti in Parlamento, ma questo non è bastato ad evitare l’allontanamento dei potenziali elettori intervistati.

Dopo lo scioglimento dell’alleanza tra Azione-Iv, il partito di Calenda è al 4,5%, mentre Italia Viva di Renzi è al 3,9%. I due partiti però sommati sarebbero complessivamente ancora all’8,4%. Seguono, a distanza non ravvicinata, Per l’Italia con Paragone al 2.3% (-0,1), Più Europa con Emma Bonino al 2.1% (-0,1), Alleanza Verdi e Sinistra all’1,9%, con un calo dello 0,7%. Infine, Noi Moderati che è allo 0,6%. Al di là della sterile classifica, momentanea ed oscillante, dei partiti, il dato più concreto rimane che lo schieramento del centrodestra – inteso come FdI, Lega, Forza Italia e Noi Moderati – raggiungerebbe il 46,2%, mentre il versante opposto del centrosinistra – rappresentato da Pd, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa – si attesterebbe solo al 24,1%. I numeri parlano chiaro, almeno sino ad oggi.

Massimo Gandolfini fondazione Family Day

Se poi si volessero aggiungere a quest’ultimo schieramento le due forze che hanno rappresentato l’ex Terzo Polo si potrebbe raggiungere il 32,5%. Ma è ancora giorno per sognare o per risvegliarsi da un incubo. Intanto Massimo Gandolfini, fondatore e attuale leader della manifestazione cattolica Family Day, sarà per tutto il 2023 il nuovo consulente del Dipartimento per le politiche antidroga nel ministero della Giustizia del governo Meloni, scelto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Gandolfini ha lanciato il Family Day nel 2015 per protestare contro l’introduzione della legge sulle unioni civili, ovvero il ddl Cirinnà, e ha proseguito la sua protesta negli anni successivi, schierandosi anche contro il ddl Zan. Il neo-consulente esercita la professione di neurochirurgo e psichiatra, viene definito un ultra-conservatore, da sempre attivissimo a difesa della famiglia tradizionale.

Le sue posizioni, sul tema, sono pubbliche da anni, visto che il più delle volte si è battuto contro ogni tentativo di legalizzazione della cannabis, ritenendo che non si debba fare alcuna distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Infatti quando fu emessa nel 2019 la sentenza della Cassazione, che dichiarò legale la coltivazione per uso personale, lo stesso Gandolfini disse che si “banalizzava il consumo di droga ed inventava un diritto a drogarsi, che non ha alcun fondamento giuridico e alimenta una cultura dello sballo e dell’abuso”. Le conseguenze dell’uso di stupefacenti furono anche oggetto di una pubblicazione scientifica.

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