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Slovacchia – Criminalità: non ci sono isole felici e indenni dalle mafie

La Repubblica Slovacca non è un’isola felice. Nel 2018 il giornalista Jan Kuciak è stato ucciso perché indagava sulla mafia. Il quadro che emerge dalla recente relazione della Direzione Investigativa Antimafia non è per nulla roseo.

Roma – Dalla relazione della Dia si evince che i nuovi sbocchi commerciali determinatisi a seguito del crollo del muro di Berlino hanno attirato verso alcuni Paesi dell’Est europeo, tra cui la Repubblica Slovacca, le mire espansionistiche delle organizzazioni criminali di matrice italiana, sempre alla ricerca di “mercati nuovi” per poter riciclare proventi illeciti e per poter realizzare reati economici.

Jan Kuciak, vittima della mafia, con la fidanzata

Al riguardo il 19 ottobre 2021, le risultanze investigative emerse nell’ambito dell’operazione
Guasta Provvista” finalizzata al contrasto del diffuso fenomeno dell’illecito approvvigionamento dall’estero di pellet di legno con marchio di qualità contraffatto, hanno consentito di individuare un network di imprese, attive nel Centro Italia e un soggetto di nazionalità italiana, ritenuto il dominus della frode commerciale, fittiziamente residente nella Repubblica Slovacca.


Lo stesso, in qualità di rappresentante legale di una società di diritto slovacco, aveva posto in
essere un’avviata e florida attività di commercio dell’ecocombustibile nel territorio nazionale, in totale evasione d’imposta. Tale Regione, a seguito della liberalizzazione economica, ha rappresentato per la ndrangheta un’opportunità per avviare attività economiche, grazie all’apertura di nuovi canali di scambio commerciali. In particolare i sodalizi del vibonese, negli anni, sono stati in grado di realizzare ingenti profitti
attraverso attività di riciclaggio e anche truffe, che hanno visto negli istituti bancari le
maggiori vittime, oltre ad essersi infiltrati nel settore agroalimentare distinguendosi per la sottrazione indebita di fondi europei di settore.


Quest’ultimi interessi illeciti nei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea erano stati
messi in luce dal giornalista investigativo Jan Kuciak, che nel 2018 è stato assassinato. Per quanto riguarda cosa nostra, si nota la presenza di alcuni esponenti della famiglia Mazzei di Catania, che sono dediti a varie attività criminali, soprattutto legate al traffico di armi

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