Riaprono le attività produttive considerate non necessarie ma con le dovute eccezioni. Ancora dubbi e perplessità sulla compilazione delle autocertificazioni. Ancora nessuna notizia per i soldi alle partite Iva, agli invisibili e a tutti coloro i quali sono rimasti a stomaco vuoto.
Sino al 3 maggio, ciccia. Pantofole e lavoro da casa. Per chi può. Intanto niente soldi per le partite Iva, niente rinvio dei mutui perché le banche ostacolano il beneficio, spesa per i più bisognosi a singhiozzo, sussidio per gli invisibili manco a parlarne. Insomma tutti a casa sino a nuovo ordine. Eppure il malcontento, anche di quello forte, serpeggia pure nella maggioranza con i 5 Stelle che scalpitano ma che ci possiamo fare noi se hanno preferito il Pd alle più sane elezioni? Non sapevano forse di che pasta erano fatti? Non sapevano forse dove volevano andare a parare? Nuove tasse e patrimoniale in testa. Come altri governi balordi.
Nel frattempo Conte, tra un Mes e l’altro, allenta le maglie del lock-down e decide la riapertura, a partire dal 14 aprile, di alcune attività considerate di “seconda” necessità quali silvicoltura (raccolta del legno combustibile compreso) cartolerie, librerie e le rivendite di abbigliamento per bambini e neonati. Come farà poi il cittadino a giustificare il suo spostamento verso uno di questi esercizi rimane un mistero. Stessa cosa per andare in edicola o dal tabaccaio. Tutto fumo, niente arrosto. Poca sostanza, solo parole. Poi le saracinesche si alzano per le industrie di fertilizzanti, prodotti chimici per l’agricoltura e utensileria manuale, industria del legno e sughero ad esclusione dei mobili, articoli in paglia e materiali da intreccio, produzione di Pc e periferiche, componenti e schede elettroniche, riparazione e manutenzione di aerei e treni, cura e manutenzione del paesaggio, commercio all’ingrosso inclusi carta e cartone.
Autorizzate anche le attività degli organismi internazionali come l’Onu e le sue agenzie. Riaprono gli studi professionali. Per ridurre i contagi durante la spesa obbligatori guanti monouso al gel per disinfettare le mani vicino a casse e bancomat oltre a mascherine per tutti gli addetti. Gli orari dei supermercati verranno prorogati per evitate assembramenti e file con l’obbligo di pulire le strutture due volte al giorno. Per i resto rimangono in vigore tutte le restrizioni previste sino al 10 aprile. Rimangono dubbi e perplessità su come compilare l’autocertificazione e come si fa a dichiarare di non essere affetti dal virus in assenza di analisi cliniche specifiche. Stessa cosa per raggiungere librerie, cartolerie ed edicole.
Insomma incertezza nell’incertezza sino al 3 maggio con le solite conferenze stampa ad personam che il premier Conte ha trasformato in soliloqui dove parlare bene di sé e male degli altri. Senza diritto di replica. Tanto anche se quest’ultima ci fosse stata l’oppositore di turno non avrebbe argomenti seri da proporre considerando le ultime, scarse iniziative per contrastare lo strapotere del Pd che non si smentisce mai. Non rimane altro che alternarci di nuovo fra Pc e divano, bagno e tavola. Mentre tamponi e mascherine rimangono come l’Araba Fenice, che ci siano ognun lo dice, dove siano nessun lo sa.