Il giorno 27 gennaio, a livello internazionale, ricorre la giornata della memoria, nata per ricordare e commemorare le vittime dell’Olocausto.
Il giorno 27 gennaio, a livello internazionale, ricorre la giornata della memoria, nata per ricordare e commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.
Negare o ricordare: due realtà presenti e attuali. Sono forse due facce della stessa medaglia? Negare è più facile, ci si libera l’anima e la mente, si fa pace con questo fardello che ci si porta in eredità, segno di un’umanità distrutta, in preda al delirio di onnipotenza e di potere ingiustificati.
Negare vuol forse anche dire che nei racconti, nelle testimonianze, nei vissuti della Shoah in fondo non vi è nulla di così grave, di così negativo e catastrofico. Ricordare vuol dire prendere conoscenza e coscienza di una cruda realtà che fa parte della nostra storia e della storia dell’umanità, che ci lascia sconvolti e disarmati, che non ci fa capire come la mente umana possa arrivare ad architettare tanto.
Ma era così necessario istituire un giorno della memoria? La memoria di questo genocidio dovrebbe essere presente ogni giorno, perché conoscere e sapere la storia vuol dire avere chiaro da dove veniamo e dove vogliamo andare, vuol dire imparare da chi ci ha preceduto e non ripetere i gravi errori del passato. Ricordare permette di non far cadere la shoah nell’oblio, anche quando gli ultimi testimoni, superstiti di questo genocidio, dovessero lasciare questa terra.
L’auspicio è che la memoria dell’olocausto sia l’occasione anche per ricordare tutte le catastrofi e i genocidi che ancora oggi imperversano nel nostro mondo, anche se poco considerati e raccontati dai media. Del resto anche la scelta del 27 gennaio è una data simbolica che non rappresenta, e lo si ricorda, la fine della Seconda Guerra Mondiale, che come ogni guerra, ha portato con sé morte, massacro e distruzione, ma è il giorno in cui l’Armata Rossa è giunta al campo di concentramento di Auschwitz, ha scoperto gli orrori ivi perpetrati e ha liberato i deportati ancora vivi. Che il giorno della memoria, quindi, sia occasione per sottolineare l’importanza della conoscenza della storia, libera da pregiudizi, da campanilismi, da estremismi, da orientamenti politici e sociali, portatrice di pace nel mondo.
IL BENE GENERA BENE