Dodici arresti coordinati dalla Procura di Bologna, il gruppo si organizzava attraverso canali Telegram criptati.
Bologna – Le forze dell’ordine italiane hanno smantellato una pericolosa cellula estremista che aveva pianificato un attentato contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’operazione, coordinata dalla Procura di Bologna, ha portato all’arresto di 12 persone e all’esecuzione di 25 perquisizioni in diverse città italiane.
Il gruppo, che si autodefiniva “Werwolf Division”, aveva elaborato un piano dettagliato per colpire la premier durante una sua presenza pubblica. Gli investigatori hanno scoperto conversazioni in cui si discuteva di utilizzare un albergo situato di fronte al Parlamento per sparare dall’alto contro l’obiettivo. Nelle intercettazioni emergevano frasi come “traditrice, dobbiamo spararle in testa” e riferimenti alla premier come “fascista finché non è salita al potere”.
L’indagine, avviata nel 2022 dopo il ritrovamento di materiale di propaganda estremista, ha rivelato l’esistenza di una rete organizzata che operava principalmente attraverso canali Telegram criptati. Secondo le accuse, alcuni componenti del gruppo stavano conducendo addestramento paramilitare, con uno degli arrestati che dichiarava di allenare “cinque persone potenzialmente guerriglieri, per dargli un’arma in mano e andare davanti alla Meloni e sparargli in testa”.
Tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bologna emergono figure già note negli ambienti dell’estremismo di destra italiano. La sessantaduenne Simonetta Cesari, modenese, aveva ricoperto nel 2015 la carica di segretaria del movimento neofascista Fronte Nazionale nella sua città.
Altro nome di rilievo è quello di Fabio Tuiach, quarantaquattrenne triestino con un passato da pugile professionista e una carriera politica che lo ha visto militare prima in Forza Nuova, successivamente nelle file della Lega. Tuiach si era distinto negli ultimi anni come animatore delle proteste no-vax durante la pandemia di Covid-19, particolarmente attivo nella zona di Trieste e province limitrofe.
L’indagine ha inoltre accertato collegamenti preoccupanti tra il gruppo neonazista e altre realtà estremiste, inclusi contatti con ambienti jihadisti e rapporti con i vertici di Forza Nuova.
La “Werwolf Division” (letteralmente “lupi mannari”) si richiamava ideologicamente alla divisione paramilitare nazista diretta da Heinrich Himmler durante la Seconda Guerra Mondiale. Il gruppo utilizzava principalmente la piattaforma Telegram per organizzarsi e discutere di “attentati e violenze”, creando una rete di comunicazione che permetteva ai membri di coordinarsi pur essendo distribuiti sul territorio nazionale.

Gli arresti hanno coinvolto soggetti provenienti da diverse regioni italiane, evidenziando la natura interregionale della cellula estremista. Le perquisizioni hanno permesso il sequestro di materiale propagandistico, dispositivi elettronici e documenti utili per ricostruire la struttura organizzativa del gruppo.
L’operazione rappresenta un importante successo delle forze dell’ordine nella lotta contro l’estremismo di matrice neonazista, fenomeno che negli ultimi anni ha mostrato una preoccupante crescita attraverso i canali digitali. Le autorità di sicurezza italiane hanno intensificato il monitoraggio dell’estremismo neonazista che si sviluppa online, riconoscendo la necessità di contrastare efficacemente queste forme di radicalizzazione.
La Procura di Bologna sta continuando le indagini per identificare eventuali altri complici e per ricostruire completamente i piani del gruppo.