E’ quanto risulta dai dati pubblicati dall’Osservatorio nazionale amianto (ONA). Il pericoloso minerale è presente in circa 3.000 scuole, con gravi ripercussioni sulla salute di alunni, docenti e personale dipendente. Oltre che per i cittadini che abitano vicino gli istituti contaminati
“Un’emergenza in piena regola, la cui soluzione non ammette perdite di tempo”. E’ quanto evidenzia Ezio Bonanni, avvocato e presidente dell’Osservatorio nazionale Amianto (ONA), onlus che da anni compie studi e ricerche internazionali sugli effetti devastanti sulla salute di chi è esposto a questo minerale, messo al bando in Italia dal 1992, e che tutela e assiste cittadini e lavoratori vittime dell’amianto e di altri agenti patogeni e cancerosi. A tale scopo è stato istituito lo Sportello Amianto online, attraverso il quale si può ottenere assistenza tecnica, medica e legale gratuita.
Negli ultimi anni l’attenzione della medicina si è concentrata sulla diagnosi del mesotelioma pleurico, tipico tumore provocato da esposizione all’amianto e di altre malattie geniche, nonché del tumore alla vescica.
Nel giugno del 2018 è stato presentato il libro bianco delle morti per amianto in Italia, a cura dell’ONA, da cui emerge in dettaglio che:
- Circa 30 mila tonnellate di amianto fuoriescono dagli scavi della tav in Val di Susa;
- Sul nostro territorio ci sono 3.000 scuole con amianto, 30.000 persone esposte tra studenti e personale, 100 docenti all’anno che si ammalano;
- 1.000 milioni di tonnellate di amianto sono ancora in circolazione;
Un continuo, lento, inesorabile stillicidio. E’ come un treno impazzito ad alta velocità, in attesa del deragliamento. Che fare? Ezio Bonanni propone almeno due rimedi immediati:
1) Bonifica totale dei 40 milioni di tonnellate presenti sul nostro territorio e dei 50 mila siti industriali dove questo pericoloso minerale è più concentrato. Purtroppo, in Italia, da questo punto di vista si è ancora molto in ritardo;
2) Incentivare le bonifiche anche ad opera di privati, eliminando, ad esempio, l’IVA sugli smaltimenti ed introducendo un credito di imposta. Allo Stato costerebbe molto meno investire sulla bonifica del territorio che curare i malati.
A questi due rimedi imprescindibili bisogna aggiungere una risposta politica e industriale che rispetti i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione: lo studio, la salute, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Diritti costituzionali finora violati da una politica miope, tesa più a salvaguardare gli interessi privati che quelli collettivi.