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Scuola: arriva la “legge Sasso”, pene più severe per chi aggredisce insegnanti

Pene fino a 5 anni per chi si macchia di questo reato e multe fino a 10mila euro oltre al risarcimento danni per chi è condannato.

Roma – La “legge Sasso” entra in vigore: arrivano pene più severe per chi aggredisce gli insegnanti e i collaboratori e istituisce un Osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno. Una legge, quella della Lega a prima firma di Rossano Sasso – ex sottosegretario all’Istruzione – arrivata per contrastare un fenomeno, quello della violenza contro i docenti, che è in forte aumento. A crescere, però, non sono le violenze degli studenti contro i professori, alle quali ha assistito almeno 1 giovane su 3, ma quelle dei genitori. Che solo in 2 casi su 10 (22%) danno ragione comunque all’insegnante. E se la metà (49%) vuole prima valutare il caso, quasi 1 genitore su 3 (29%) tende ad appoggiare il figlio a prescindere.

Secondo il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, le aggressioni sono aumentate del 110% nell’ultimo anno. “Abbiamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111%. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti invece si registra un leggero calo, -11%”, ha detto il ministro a inizio marzo, aggiungendo che questo “fa pensare che c’è una responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti non solo dell’aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale, e dunque ha il diritto di essere risarcito”.

Giuseppe Valditara

La stretta è arrivata, da sabato 30 marzo, giorno dell’entrata in vigore della “Legge Sasso”, più correttamente le legge n. 25 del 4 marzo 2024, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 15 marzo, che prevede aggravanti e pene più severe, ma anche sensibilizzazione e monitoraggio del fenomeno. La legge ha modificato l’articolo 61 del codice penale che regola le “circostanze aggravanti comuni” di reato, aggiungendo tra le casistiche “l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio delle loro funzioni”.

Ad aggravarsi sono anche le pene: modificando l’articolo 336 del Codice Penale (“Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale”), la “Legge Sasso” stabilisce che la pena, da 6 mesi a 5 anni, è aumentata “fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola”. Lo stesso vale per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, punito da 6 mesi a 3 anni secondo l’articolo 341-bis del Codice penale.

Un alunno aggredisce il professore

La “Legge Sasso”, però, non è l’unica misura di contrasto alla violenza nelle scuole prevista. A questa dovrebbe aggiungersi il cosiddetto “Ddl Valditara”, che sta per completare l’iter al Senato per passare poi alla Camera. Non solo si va verso il rafforzamento del voto in condotta (che torna anche alle medie) e delle sospensioni ma prevede una multa da 500 fino a 10mila euro (in aggiunta al risarcimento dei danni) per chiunque riceva una condanna con sentenza penale per aver aggredito presidi, professori o personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario).

Oltre all’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico che avrà il compito di monitorare e analizzare il fenomeno, oltre a diffondere buone pratiche e vigilare sulla sull’attuazione di misure di prevenzione, la legge ha istituito per il 15 dicembre di ogni anno la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, volta a sensibilizzare la popolazione promuovendo una cultura che condanni ogni forma di violenza contro il personale scolastico.

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