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Schlein tentenna, Conte e Meloni flirtano

Il feeling di Elly Schlein con le diverse correnti che compongono il partito Democratico sembra ancora rarefatto. Ma è la situazione politica generale a preoccupare ancor di più.

Roma – La politica spesso giudica le spesso debordanti affermazioni dei parlamentari come strumento di evasione dai problemi concreti. Ma c’è anche chi, come la segretaria del Pd, osserva ma non commenta il disagio interno del proprio partito e adotta una tecnica di opposizione generalista e di facciata. Certamente Schlein ha vinto su una piattaforma radicale e forse un po’ urticante per le diverse anime che compongono il Pd. Coerenza però vuole che vada avanti per la sua strada secondo la campagna elettorale delle primarie, che l’ha incoronata leader. Una leader dal linguaggio ermetico e poco comprensibile ai più.

L’inevitabile vignetta

La frattura con i riformisti sarà inevitabile, ma non può tornare indietro. Sarebbe per i suoi sostenitori un tradimento, mentre se restasse nel guado scontenterebbe tutti. Infatti, anche Carlo Cottarelli lascia il Pd e dichiara di dimettersi dal Senato.

In questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse per partito preso e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario. In secondo luogo, è innegabile che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo” ha dichiarato Cottarelli.

In ogni caso, la segretaria dem pur proclamando una linea di sinistra ancora adotta un comportamento attendista su molte problematiche e dossier.

La grande Elly

Al contrario, c’è chi come Renzi pensa già alle Europee come punto di partenza.

Ci siamo impegnati a fare una lista unica alle Europee del 2024, aperta a Più Europa e alle forze civiche. Significa puntare al 10% per essere decisivi in Europa e credibili in Italia. Noi ci siamo. Vedremo se l’assemblea nazionale di Azione cambierà linea e perché…” afferma il leader di Italia Viva provando ancora a rilanciare il Terzo Polo.

Per adesso nel Paese non si riscontrano problemi insuperabili, almeno per la maggioranza di centrodestra, tranne casi di autogol sempre dietro l’angolo. Il Governo pertanto dovrebbe arrivare al 2027, magari cambiando parte dell’esecutivo dopo la competizione elettorale alle Europee. Intanto la premier fa una carezza politica a Conte, che incassa un posto di prestigio per l’amico, ex parlamentare ed ex ministro, Alfonso Bonafede. Chissà se in caso di bisogno e SOS parlamentare l’ex avvocato del popolo vorrà ricambiare la cortesia, per sorreggere qualche disallineamento della maggioranza in caso il tavolo sia traballante. Ipotesi fantasiose. Forse, ma non ci sarebbe da stupirsi.

Comunque, in considerazione di una parvenza di stabilità, l’opposizione continua con slogan stantii per marcare differenze che nel XXI secolo non ci sono, così almeno come vengono descritte da alcuni parlamentari e opinionisti divenuti per l’occasione neo-romanzieri, storici e costituzionalisti. Allora ci si sofferma sulla parola “antifascista” che anche se venisse pronunciata dalla attuale destra secondo una traccia suggerita dalla sinistra, rimarrebbe incompleta. Solo perché tale deve rimanere per mantenere vivo il pregiudizio e avere almeno argomenti generici di cui parlare, vista la totale assenza di una linea politica alternativa all’attuale maggioranza di cui si dovrebbe discutere con proposte serie e a lungo termine.

Carlo Cottarelli, neodimissionario dal Partito Democratico.

D’altronde solo transitando su qualunque passerella ci si fa notare. Il fascino della comunicazione sfascista, antifascista, lealista, liberista, progressista, populista o disfattista, affascina e disgusta allo stesso tempo. Ma l’importante è parlare, parlare, parlare… La democrazia, per fortuna, è anche questo: libertà di pensiero. Il giudizio ai posteri. Ma la mancanza di piattaforme programmatiche, o visione del Paese che non emerge dalle opposizioni e talvolta dalla maggioranza, non può essere sostituita da continue alchimie e spettri del passato. Bisogna governare il presente con una visione chiara del futuro. La bussola, della serenità e delle disuguaglianze da eliminare, se ancora funzionante, va utilizzata per non perdere l’orientamento.

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