Santalucia lascia l’Anm: elezioni on line a fine gennaio, verso il rinnovo dei vertici

Il leader dei magistrati: “Contro le toghe un salto di qualità rispetto al Berlusconismo. Resta alto il livello di tensione con il governo”.

Roma – Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, mentre sono ancora calde le polemiche sul presunto uso strumentale della giustizia da parte dei pm dopo le assoluzioni di Matteo Renzi e Matteo Salvini, fa un passo indietro e rende noto che alla imminente scadenza del suo mandato, ai vertici del ‘sindacato’ delle toghe, lui non intende ricandidarsi. Non solo per stanchezza dopo quattro anni di impegno, ma anche perché vuole evitare ogni personalizzazione dello scontro quando l’otto gennaio riprenderà l’iter parlamentare della riforma costituzionale della separazione delle carriere, provvedimento inviso ai magistrati e nell’agenda del governo Meloni.

Oltre a Santalucia, che in una intervista al ‘Corriere della sera’ ha parlato della sua decisione di ‘ritirarsi’, non avrebbero intenzione di ricandidarsi anche i componenti della Giunta esecutiva dell’Anm. Resta alto il livello di tensione tra governo e toghe e mentre nella maggioranza il vicepremier Antonio Tajani chiede un’accelerazione sulla riforma per la separazione delle carriere, nell’Anm si apre la partita per l’elezione del nuovo Comitato direttivo centrale e il prossimo presidente. Giuseppe Santalucia si appresta a concludere il proprio mandato e, come annunciato già settimane fa, non intende ricandidarsi anche se non nasconde le preoccupazioni per il clima di scontro con la politica: “Oggi c’è questa idea che chi è eletto deve necessariamente sopravanzare sui poteri dello Stato che non hanno legittimazione elettorale”, dice il magistrato, contattato da LaPresse.

Giuseppe Santalucia

“Anche rispetto ai tempi del Berlusconismo”, sostiene, “c’è sicuramente un salto di qualità perché viene ripetuto a ogni occasione ‘voi giudici non avete diritto di interferire‘ e i controlli vengono intesi come interferenza anziché come cooperazione al bene comune”. I prossimi 26, 27 e 28 gennaio avranno luogo le elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dell’Anm. Nella prima seduta del Cdc, in data ancora da definirsi, sarà eletta la giunta che avrà il compito di eleggere il nuovo presidente. AreaDg, Magistratura indipendente e Magistratura democratica hanno già presentato le proprie liste mentre si attende ancora l’ufficializzazione dei nomi di Unicost e Articolo 101. “E’ importante andare a votare – scrivono in una lettera i candidati di AreaDg – le sfide che ci attendono sono epocali e quella della separazione delle carriere è solo la prima delle riforme in cantiere con il chiaro proposito di assoggettare il potere giudiziario alla maggioranza politica di turno”.

Tanti in AreaDg i candidati giovani che arrivano da distretti periferici, ma non mancano le conferme come Paola Cervo e Rocco Maruotti, già membri del Cdc. Tra i nomi forti della lista di Mi ci sono Antonio D’Amato, Cesare Parodi e Giuseppe Tango, mentre nella lista di Magistratura democratica figurano tra gli altri Stefano Celli, Giulia Locati, Sergio Rossetti e Marco Patarnello. Uno dei temi centrali nella campagna elettorale è la risposta da tenere verso una riforma che viene vista come un attacco all’indipendenza e l’autonomia. L’Anm è pronta a scendere in campo per sensibilizzare l’opinione pubblica, anche in vista di un eventuale referendum confermativo.

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