I parenti della povera studentessa pakistana potrebbero mischiare le carte per depistare e rendere più difficili gli accertamenti. Gli inquirenti infatti non credono alle versioni dei fatti rese da Ikram Ijaz in due diverse occasioni. Anche sulla scorta della confessione telefonica di Shabbar Abbas.
Novellara – Quando Saman si sarebbe accorta del tranello ormai era troppo tardi. Dal buio spuntavano i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq che l’avrebbero immobilizzata mentre lo zio Danish Hasnain le avvolgeva una corda al collo per poi strangolarla. Mentre Saman si dimenava negli ultimi istanti di vita la madre Nazia Shaheen, in preda alle lacrime, veniva allontanata dal marito Shabbar Abbas.
Un complice ancora ignoto avrebbe fatto a pezzi il corpo della studentessa pakistana per poi rinchiuderli dentro un sacco. L’uomo avrebbe poi caricato il sacco su una bicicletta e si sarebbe allontanato verso gli argini del Po’. Giunto sulla sommità dell’alveo avrebbe gettato l’involucro nel fiume. Questo, in estrema sintesi, sarebbe il racconto dell’omicidio che Ikram Ijaz avrebbe riferito ad un suo compagno di cella il quale, a sua volta, ne avrebbe rivelato i particolari alla polizia penitenziaria.
A questa versione dei fatti, tutta da verificare, si aggiunge l’intercettazione telefonica durante la quale il padre della vittima, parlando con un parente, confessa l’omicidio come consumato di propria mano. Il movente? Shabbar Abbas parla di onore e dignità che Saman avrebbe violato per aver dato un bacio al suo fidanzato in pieno centro a Bologna.
Una volta venuto in possesso della foto il padre di Saman avrebbe decido di ucciderla. Le confidenze di Ijaz, il primo dei cugini ad essere catturato su un autobus in Francia il 31 maggio 2021, sarebbero state fatte in due diverse occasioni e riassunte in altrettanti verbali del 20 e del 29 ottobre di un anno fa. Le due versioni dei fatti sarebbero contrastanti dunque occorreranno numerosi riscontri e verifiche prima di giungere alla verità.
Nel racconto del 20 ottobre il cugino della povera studentessa aveva riferito di non aver preso parte all’omicidio commesso dai parenti, ma di esserne a conoscenza dei particolari grazie ad una confessione di Nomanhulaq. Nella versione trascritta il 29 ottobre, invece, Ijaz riferisce che l’omicidio è stato organizzato dai genitori, in particolare dal padre che non riusciva più a tenere sotto controllo la figlia.
La sera del 30 aprile Shabbar avrebbe chiesto alla moglie di fare una camminata con Saman nelle vicinanze di casa. Lui le avrebbe seguite da vicino e una volta superate le serre, senza indicare quali, le due congiunte sarebbero state raggiunte dallo zio Danish, da Ijaz e dall’altro cugino Nomanhulaq. A questo punto i tre parenti avrebbero immobilizzato e ucciso la ragazza ma un altro complice, chiamato dal padre di Saman, avrebbe finito la giovane ormai esanime occupandosi poi di sezionarne il cadavere e gettarlo nel Po’ dopo averlo chiuso dentro un sacco.
Gli inquirenti non sarebbero del tutto convinti di queste rivelazioni, parte delle quali sarebbero veri e propri depistaggi, dunque è probabile che nei prossimi giorni qualche altra sorpresa possa saltare fuori.