Un raid punitivo a Tor Bella Monaca nei confronti di 3 cittadini tunisini, spari e paura all’interno di un bar.
Roma – I carabinieri della compagnia di Frascati, supportato nella fase esecutiva da quelli del gruppo di Frascati con circa 60 uomini, un elicottero e due unità cinofile, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere – emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale procura della Repubblica, nei confronti di 6 soggetti, tutti italiani, gravemente indiziati, in concorso tra loro, di “minaccia aggravata, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo”.
Il provvedimento trae origine dall’indagine condotta dai carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca e coordinata dalla procura della Repubblica di Roma, a seguito del rinvenimento di un’ogiva e di un foro nella vetrata di un balcone posto al primo piano di un immobile che affaccia su via Paolo Ferdinando Quaglia, ha consentito ai militari di studiare l’ipotetica traiettoria del colpo esploso e sequestrare l’intero impianto di videosorveglianza di un bar situato a pochi metri dalla suddetta abitazione.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri un commando di sei soggetti, di cui uno armato di pistola, ha messo in atto una vera e propria spedizione punitiva contro tre cittadini tunisini, minacciandoli e colpendoli con calci e pugni. In pochissimi secondi, il bar, a quell’ora molto affollato, si è svuotato, ma nessuno dei presenti ha contattato le forze dell’ordine. Al termine dell’azione, sono stati esplosi anche dei colpi di pistola in aria. La vicenda non è apparsa essere episodica, soprattutto per i precedenti di alcuni appartenenti al commando e per il fatto che due dei tre cittadini tunisini sono stati già in altre occasioni feriti con colpi di pistola.
A seguito delle serrate indagini dei carabinieri della Stazione di Roma Tor Bella Monaca, la procura della Repubblica di Roma ha richiesto al GIP l’emissione delle misure cautelari in carcere per 6 persone, gravemente indiziate di essere i componenti del commando che sono stati arrestati e condotti presso le case circondariali di Roma Rebibbia e Regina Coeli. E’ opportuno precisare che, considerata la fase del procedimento, tutti e sei gli indagati devono ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.