Se l'imposta sul valore aggiunto scendesse anche di un solo punto percentuale la situazione economica di imprese e professionisti potrebbe migliorare notevolmente.
Roma – All’interno del governo sembrerebbe profilarsi uno scontro sull’argomento Iva. L’ipotesi di ridurre l’imposta vagliata a più riprese dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, troverebbe distante il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.
“…Si tratta di una misura che va valutata attentamente – ha dichiarato il ministro – perché siamo tra i Paesi europei che hanno speso di più… Occorre una valutazione precisa di costi e benefici. Di misure a sostegno della ripresa ce ne sono molte: una riduzione selettiva dell’imposta sui consumi ma potrebbe essere altrettanto efficace un’operazione di decontribuzione del costo del lavoro…”.
Una maggiore prudenza quella mostrata da Gualtieri che probabilmente è figlia delle ultime stime prodotte dal Dipartimento delle Finanze. Infatti, da quanto si apprende dal documento redatto dal Dipartimento, dovrebbero essere 132 i miliardi che l’Iva porterebbe nelle casse italiane. Una riduzione dell’1% dell’imposta indiretta, provocherebbe una diminuzione del flusso di circa 2-3 miliardi, spiega successivamente Gualtieri.
Sull’argomento è intervenuto anche Luigi Marattin, che per Italia Viva svolge il ruolo di responsabile del settore economia: “…Ci sono risorse per fare un solo grande intervento fiscale: Irap, Irpef o Iva – ha evidenziato Marattiin – Tutte e tre non è possibile. La nostra opinione è che occorra intervenire sul lavoro, tagliando il cuneo fiscale con la riforma dell’Irpef…”.
Al ministero dell’Economia intanto sembrerebbe che stiano lavorando al fine di presentare una rimodulazione dell’Iva, al ribasso, da inserire in una riforma più ampia che implichi anche la riduzione delle tasse e dell’Irpef. Ma la strada sembra tortuosa. E non tutti sembrano essere d’accordo nonostante l’aliquota mesi come un macigno su imprese e professionisti specie dopo la pandemia