Ci avevano promesso agevolazioni e dilazioni, cosi non è stato. Anche la promessa di ulteriori proroghe è stata disattesa Se gli italiani avessero i soldi per pagare significherebbe che tutto va a gonfie vele. Sarà una strage.
Roma – Nonostante la riforma complessiva del fisco scatterà dal 2022, nell’attesa di vedere un bagliore di speranza verranno inviate una raffica di nove milioni di cartelle congelate dall’8 marzo scorso. Lo stop alla moratoria, che non è stata prorogata dal Senato nel decreto agosto, porta con sé ricadute anche sull’arretrato della riscossione.
Infatti ci sono circa 130 milioni di cartelle, avvisi di addebito e accertamento esecutivo da recuperare. Mentre i contribuenti con debiti residui da riscuotere sono complessivamente circa 17,9 milioni, di cui 3 milioni persone giuridiche (società, fondazioni, enti, associazioni, eccetera) e 14,9 milioni sono persone fisiche, di cui quasi 2,5 milioni con un’attività economica come artigiani, liberi professionisti, imprenditori.
A ricordare la delicata situazione e l’imponenza dei crediti da riscuotere è il direttore delle Entrate e presidente di Agenzia Riscossione, Ernesto Maria Ruffini, durante l’audizione al Senato, in commissione Finanze. Sarebbe interessante capire perché non viene mai ricordato il credito d’imposta che spetta al contribuente ma che non viene ricevuto con quella stessa puntualità con cui gli uffici fiscali richiedono tutti i pagamenti.
Ma si sa lo “Stato” ha sempre il braccino corto e più interesse a ricevere, piuttosto che a restituire. Una vecchia e lunga storia mai sanata perché conviene sempre ad ogni governo che arriva. Una cattiva abitudine che lascia nelle casse dello Stato cifre enormi che dovrebbero essere restituite ai legittimi proprietari con gli interessi di legge, cosi com’è per i debiti contratti con lo Stato. Invece amen.
Così secondo i numeri diffusi da Ruffini sono circa 220 milioni i singoli crediti ancora non riscossi, per un valore di 987 miliardi di euro. Sono invece 47,5 milioni i crediti con un importo residuo tra 1000 e 100mila euro che corrispondono a 305 miliardi di euro di carico residuo. In ogni caso, dopo avere inferto il colpo, il numero uno di Agenzia Riscossione rassicura tutti affermando che, comunque, la notifica delle cartelle avverrà progressivamente. Capirai che sgravio.
Siamo grati nel constatare tanta bontà di fantozziana memoria nel comunicare certe notizie. Nessuno parla, però, della cura di cui l’Italia ha bisogno per far vivere serenamente il contribuente pagando ciò che è dovuto senza persecuzioni e vessazioni. Comunque stiano le cose pare che gli arretrati verranno ulteriormente dilazionati nei prossimi mesi. Occhio però perché contestualmente verrà ripresa anche l’attività ordinaria che normalmente viene svolta dall’ufficio con ulteriori possibilità che arrivino altre notifiche.
Vietato, dunque, distrarsi. Così anche in previsione delle cautele e delle limitazioni imposte dall’emergenza coronavirus, si andrà verso la conferma di un modello che predilige forme di dialogo e interazione a distanza con il contribuente. Non si comprende a che cosa serva il dialogo se i soldi non ci sono, però ci si organizza ugualmente per fornire un buon servizio, almeno cosi dicono dai piani alti.
Comunque l’obiettivo è evitare file e assembramenti per questo l’accesso agli uffici avverrà solo su prenotazione, con una modulazione in base alle scadenze degli atti per cui si chiede l’appuntamento. Ma nonostante la consapevolezza che tutta questa ressa non ci sarà, è allo studio la possibilità di creare uno sportello telematico. Su queste improvvise comodità non si sono dubbi: quando si tratta di “incamerare” tutti brillano per idee e professionalità.
La verità è che l’obiettivo del fisco è quello di recuperare 6,4 miliardi di euro. Se questo è lo scopo, perché non prevedere una legge o un “bel” decreto legge per la cancellazione dei crediti inesigibili? Tanto per fare un po’ d’ordine? La gente è terrorizzata, dal punto di vista sociale e sanitario, pertanto molti italiani sono preoccupati per il lavoro e gli eventuali risparmi.
Ma se si vuole veramente risolvere il problema e creare maggiore occupazione è necessario prevedere, per un lungo periodo, la “decontribuzione” soprattutto per i giovani ed il Mezzogiorno. Se n’era parlato in passato. E la proposta era stata fatta dai 5S quando andavano d’amore e d’accordo con la Lega: agevolare senza riscuotere. Almeno a breve scadenza. Il tunnel è ancora lungo e buio. Gli italiani debbono attraversarlo con coraggio e tranquillità. Di patemi d’animo ce ne sono anche troppi.
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