Non abbiamo mai parlato di numeri Covid ma stavolta è il caso di fare la conta: i contagi, e tutto ciò che sta dietro al virus, calano in tutta Italia. Una piccola speranza, nient'altro.
Roma – Nonostante la tv ci martelli ogni giorno con i bollettini Covid che sembrano essere stati ripescati direttamente dalla seconda guerra mondiale, seguendo non si sa quale narrativa (probabilmente quella dell’audience), i dati parlano chiaro: mai così bassi infezioni, positivi, ricoveri e terapie intensive dal periodo 13-20 ottobre.
Lo dicono i numeri, non certo il mago Otelma: tra il 20 e il 26 gennaio le cifre scendono ancora, con 85.397 positivi contro i 97.343 della settimana precedente; per un calo del 12,2%, che si traduce con 11.946 casi in meno.
Il merito potrebbe essere delle restrizioni attuate nelle festività natalizie e della successiva decisione di passare diverse regioni a rosso e arancione. Ma anche delle migliaia di italiani che hanno osservato le regole alla lettera.
Certamente dati incoraggianti, che non rappresentano certamente un invito ad abbassare la guardia, ma che fanno comunque ben sperare. Vaccini permettendo e mantenendo attive tutte le misure preventive.
Il Veneto si distingue anche questa volta, con i numeri dei casi in vertiginoso calo: da 10.292 a 6.825 (il 33,7% in meno) nel giro di una settimana.
Situazione addirittura migliore in Sicilia, con un calo del 34,2%: si è passati da 12.093 a 7.959 casi.
Anche Valle d’Aosta e Molise presentano percentuali importanti di riduzione, con numeri comunque molto bassi: -40% per la prima, che passa da 138 a 82 e -25% per la seconda, con 349 contro i precedenti 465.
Seguono la stessa linea, anche se più lentamente, la Puglia, che passa da 7.185 a 6.825; la Lombardia, da 12.893 a 11.703; il Lazio, da 9.319 a 7.991; l’Emilia Romagna, da 9.785 a 8.432; la Calabria, da 2.067 a 1.991; la Sardegna, da 1.583 a 1.377; il Piemonte, da 5.439 a 2.767; le Marche, da 2.980 a 2.767; la Liguria, da 1.985 a 1.867; il Friuli, da 4.132 a 3.567; la Basilicata, da 443 a 403.
Oggi ci troviamo di fronte ad un quadro nuovo ed estremamente incoraggiante: le regioni con contagi in calo superano quelle in aumento.
Sono Campania e Toscana a crescere, con casi che aumentano da 7.060 a 7.238 per la prima e da 2.805 a 3.189 la seconda. In salita anche Umbria e Abruzzo, che passano rispettivamente da 1.462 a 1.788 e da 1.511 a 1.576.
Situazione in netto miglioramento anche sul fronte tamponi, che vengono effettuati molto più velocemente, grazie ai test rapidi molecolari che vengono ricompresi nel conteggio generale.
Con 1.697.817 tamponi effettuati negli ultimi 15 giorni, contro i 985mila delle due settimane precedenti, si è stabilito un vero e proprio record. Anche qui è doveroso sottolineare il calo di positività, che è passato nel giro di tre settimane da 12,31%, a 6,51% per arrivare al 5,03% della settimana appena passata.
Le differenze sarebbero da imputare al periodo in cui si conteggiavano solo i molecolari.
La notizia migliore è certamente la discesa del numero dei ricoveri, che registrano un calo del 4,4% (25.186, dato del 26 gennaio, contro i 26.348 della settimana scorsa) e nelle terapie intensive (2.487 contro 2.636, nel giro di una settimana) con il 5,6% in meno.
I deceduti, che il 25 gennaio avevano raggiunto quota 86.422, sono scesi nel giro di una settimana da 3.338 a 3.265 (-2,1%), dato importante che offre un quadro stabile sull’andamento, considerando che nel periodo pre-natalizio si arrivarono sfiorare i 5mila decessi.
Nel frattempo da lunedì 1 febbraio scompare il colore rosso dunque Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano si coloreranno d’arancione, mentre Calabria, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lombardia saranno gialle come le rimanenti regioni che già erano di questo colore. Dunque bar e ristoranti di nuovo aperti. La zona bianca rimane ancora un miraggio e, forse, è meglio cosi.
Dunque, non è ancora il momento di cantare vittoria, ma per la prima volta dalla scorsa estate possiamo esalare un meritato sospiro di sollievo. Restiamo in guardia, ma per favore, basta terrorismo.
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