ROMA – FATTA LA LEGGE, SCOPERTO L’INGANNO. OMISSIONI SUL DPCM DEL 13 OTTOBRE

Forse una maggiore attenzione ai dettagli potrebbe evitare disservizi e magre figure. In questo momento niente affatto utili. Per conoscere la sorte di alcune categorie di lavoratori si attende con ansia il nuovo pacchetto di prescrizioni governative.

RomaL’ultimo Dpcm del 13 ottobre, a proposito dei servizi di ristorazione, specifica che tali attività ”sono consentite sino alle ore 24.00 con consumo al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di consumo al tavolo”. Non viene fatta alcuna menzione dell’orario di riapertura dei locali, creando in tal modo una sorta di “vuoto legislativo”.

Soprattutto si rimane sbalorditi dalla professionalità e competenza dei cosiddetti “soloni” ovvero dal gran numero di saggi, reclutati dal governo, che hanno consigliato gli orari di chiusura, dimenticandosi di quelli della riapertura di bar e pub. Il Bel Paese è famoso anche per questo ma lasciamo perdere.

E per la serie “Fatta la legge, scoperto l’inganno” due bar, uno a Catanzaro Lido e l’altro a Bologna, hanno preso l’occasione al volo. Nella città calabrese il titolare del Bar Plaza Cafè, Aldo Manoieri, ha riaperto 15 minuti dopo la mezzanotte in quanto il suo locale, aperto 24 ore su 24, non ha esposto l’orario di apertura e chiusura. Gli agenti della Locale sono subito intervenuti intimandogli di chiudere ma alla fine hanno dato ragione all’esercente, non potendogli impedire di lavorare:

“…Il presidente Conte e i suoi super-ministri laureati non hanno pensato che oltre alla chiusura c’è anche una riapertura per i locali – ha detto Manoieriio ho chiuso regolarmente a mezzanotte e l’ho fatto notare alle forze dell’ordine che pattugliavano la zona per far rispettare l’ordinanza ma nel Dpcm non è stata inserita l’informazione di quando un’attività può riaprire...”.

Aldo Manoieri

La vicenda sui social è diventata virale e ha diviso l’opinione pubblica tra chi lo osanna il buon barista come un mito o chi lo considera un pericolo per la salute pubblica. Copione che si ripete anche nel capoluogo emiliano, al Mavit Bar, di fronte alla stazione centrale dove su alcuni cartelli posti all’entrata del locale si legge: ”Causa Dpcm del 13-10-2020 chiuderemo alle 24.00 e riapriremo all’1.00”. Carlotta, socia del marchio che gestisce, tiene a precisare:

”…La cosa a cui tengo più di tutte è che non si parli di furbate, truffe o irregolarità – aggiunge la donna – si può, non facciamo niente di vietato. La nostra è un’autorizzazione per apertura 24 ore su 24 quindi se possiamo lavorare solo con l’asporto dopo la mezzanotte, perché non dovremmo farlo?..

…Abbiamo un avvocato e un commercialista ed entrambi ci hanno confermato che non rischiamo sanzioni. Fra l’altro quell’ora di chiusura è una nostra scelta: potremmo anche restare sempre aperti e cominciare direttamente alle 24 solo col take-away ma abbiamo preferito riaprire all’una in modo da fare le pulizie, togliere i tavoli esterni e mandare via chi si vuole trattenere oltre l’orario consentito…”.

Insomma un decreto che non ha fatto i conti con le diverse tipologie dei servizi offerti dai locali di ristorazione e che ha omesso un dettaglio fondamentale. Contrariamente a quanto avvenuto con alcune ordinanze regionali, come ad esempio quella della Regione Campania in cui il governatore Vincenzo De Luca ha sancito la chiusura di bar e pub dalle ore 23 alle 5 del giorno successivo.

Vincenzo De Luca

Furbetti del decreto o semplicemente una categoria di lavoratori già duramente provata dal lockdown che fa il possibile per rimanere a galla? In ogni caso, bisognerà attendere il nuovo Dpcm del governo che, a breve, potrebbe imporre la chiusura notturna per tutti. Incrociamo le dita. 

 

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