ROMA – CONTAGIANO DI PIU’ GLI EMIGRANTI RISPETTO AI MIGRANTI. IL VIRUS RIALZA LA TESTA

Il virus rialza la testa e se in Sicilia il governatore Musumeci minaccia di chiudere i porti nel "Continente" la situazione non è delle migliori. Gli italiani che tornano a casa dalle vacanze trascorse con congiunti, parenti e amici sarebbero poi quelli che svilupperebbero focolai dappertutto. Un problema da affrontare subito se non vogliamo ritornare ai domiciliari.

Roma – Dopo l’aumento di richiedenti asilo risultati positivi ai tamponi, la paura del contagio al Covid-19 riaccende la paura contro i migranti, da più di qualcuno definiti “untori“. Dopo il caso di Casier nel Trevigiano, per il quale sono ancora in corso gli accertamenti per verificare se vi siano state o meno falle nelle procedure di controllo, ancora una volta gli immigrati sono diventati il capro espiatorio di un paese ancora scosso dalla paura della pandemia. Il caso di Treviso, invece, dovrebbe farci riflettere: il virus si propaga laddove i controlli non sono tempestivi o non ci sono affatto e dove le persone infette non vengono isolate dal resto della comunità. Qualche politico in cerca di facili consensi, più volte, ha puntato il dito contro il governo accusando i ministri di voler rimanere incollati alle loro poltrone a discapito di lavoratori, aziende e di tutti i cittadini che hanno voglia di riprendere la una sorta di normalità, dopo mesi di lockdown e e degli strascichi che la restrizione si è portata appresso.

Continui sbarchi di migranti. Sono solo loro il problema? Foto Agenzia.

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L’impennata degli sbarchi e i focolai riscontrati nei centri di accoglienza, le rivolte, le fughe dei richiedenti asilo da questi centri, hanno favorito coloro i quali, anziché appellarsi al buonsenso di ciascuno di noi, ha sempre preferito colpevolizzare lo straniero, distorcendo la realtà e sottacendo i reali elementi di rischio. Eppure, prima del caso di Casier, le percentuali degli extracomunitari positivi erano perfettamente in linea con i dati del resto del Paese, questo dato di fatto ha dimostrato che non esiste differenza tra italiani e stranieri. Bisogna dunque rivedere le regole dell’accoglienza, non ghettizzare, perché se è vero che la malattia viaggia con gli spostamenti delle persone è pur vero che, rispetto alla mobilità umana, i migranti rappresentano solo una piccola percentuale.

Quel maledetto è ancora fra di noi. Non vanifichiamo gli sforzi fatti.

Al momento, tra navi quarantena e verifiche agli sbarchi, coloro che arrivano in Italia clandestinamente sono i più controllati, soprattutto più di chi arriva da altri Paesi europei dove le percentuali di contagio sono maggiori e ancor più degli stessi nostri connazionali. Nelle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia, a tal proposito l’aumento dei casi è preoccupante e pare sia determinato più dall’emigrato che dall’immigrato. Virologi ed infettivologi concordano nell’affermare come il virus sia ancora presente e circoli dappertutto ma nonostante questo avviso alle comunità gli emigrati tornano indisturbati a casa dalle regioni del Nord per trascorrere le vacanze, spesso ospiti di parenti, facendo cosi aumentare i casi di contagio con nuovi focolai. Nel controllo della pandemia, dunque, il problema dei clandestini sui barconi è irrilevante. Deve preoccupare ben altro, a partire dal mancato rispetto delle regole in cui gli italiani sono maestri.

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