E' stato presentato al Torino Film Festival il film documentario di Monica Repetto. Spazio e soprattutto "voce" ai sopravvissuti delle lotte politiche degli anni settanta. Un film corale per non dimenticare ferite ancora aperte.
Roma – L’11 novembre 1974 l’ANPI (associazione nazionale Partigiani) pubblica 700 episodi di violenza neofascista avvenuti in meno di 5 anni nella sola capitale. Il 22 novembre dieci militanti di destra feriscono lo studente Luigi Schepisi di 22 anni. Quattro giorni dopo ignoti sparano allo studente diciannovenne Francesco De Ficchy, attivo nel collettivo politico del liceo Augusto e già in precedenza vittima di una violenta aggressione. I colpevoli non verranno mai identificati. È l’inizio di un periodo senza precedenti che prenderà il nome di “Anni di piombo”.
L’8 gennaio 1979 i Nuclei armati rivoluzionari assaltano il collettivo Casalinghe nella sede di Radio Città Futura mentre è in onda Radio Donna. A detta di chi ha vissuto quella vicenda, si trattava di un attacco diretto alla liberazione femminile, alla consapevolezza che un altro mondo era possibile. Si trattava di signore giovani e meno giovani, mogli lavoratrici e non, stanche di sacrificarsi. Nel 1985, nonostante le vittime e le pesanti ripercussioni umane, i giudici derubricheranno il reato di strage.
Il 3 maggio dello stesso anno, in piena campagna elettorale, un commando delle Brigate Rosse attacca la sede del comitato della Democrazia Cristiana. I terroristi in fuga ammazzano due agenti dei tre giunti sul posto per difendere le persone presenti in sede. In seguito gli attentatori saranno individuati e condannati all’ergastolo che tuttora stanno scontando. L’11 dicembre Prima Linea irrompe nella Scuola di Amministrazione aziendale di Torino, ritenuta il cuore del “sistema imperialista delle multinazionali” e sequestra per mezz’ora 200 persone.
Queste sono alcune delle storie raccontate in 1974-1979. Le nostre ferite di Monica Repetto. Oltre quattro anni di lavoro, tra battute d’arresto e accelerazioni, mirato a dar voce a chi quegli anni li ha attraversati in gioventù e che a questa incredibile quotidianità è sopravvissuto: “…La cosa che più mi ha ossessionato – spiega la regista – è stato trovare immagini con cui raccontare quegli anni uscendo dalle narrazioni definite e dagli stereotipi…”. A suo dire, infatti, il grande problema sono le ideologie fossilizzate nel tempo, quando invece bisognerebbe tornare a parlare delle persone che quelle idee le hanno sognate, vissute e sofferte.
Monica Repetto è nata a Roma nel 1965 ed è laureata in psicologia. Dai primi anni ’90 lavora come critico cinematografico prima di entrare nel mondo del cinema. Nel 2011 ha ideato e curato il lancio di On The Docks, la prima piattaforma italiana di video on demand dedicata al cinema della realtà. Saggista e autrice di scritti sul cinema, è tra i tutor del Premio Zavattini. Ha collaborato come regista con Pietro Balla nella realizzazione di numerosi documentari, tra cui ThyssenKrupp Blues (2008), presentato alla Mostra del cinema di Venezia.
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