Operazione della Dia di Roma: in manette anche Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, rispettivamente figli del cassiere della Banda della Magliana Enrico e del boss Michele Senese.
Roma – Due associazioni criminali operanti a Roma ma con interessi e diramazioni su tutto il territorio nazionale funzionavano da centrale di riciclaggio per il denaro proveniente dai traffici di vecchie (camorra e ‘ndrangheta) e nuove mafie. E’ sulla base di queste risultanze investigative che la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma questa mattina ha fatto scattare un’operazione che ha portato all’esecuzione di diciotto misure cautelari e al sequestro di beni per oltre 131 milioni di euro. 57 le persone che risultano indagate nell’ambito dell’inchiesta. I reati ipotizzati sono quelli di estorsioni, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche di proventi illeciti. Con l’aggravante mafiosa, perché i reati avrebbero agevolato i clan di camorra Mazzarella – D’Amico, le cosche della ‘ndrangheta Mancuso e Mazzaferro e il clan Senese.
Gli inquirenti hanno ricostruito meccanismi che raccontando di una “convergenza di interessi di mafie storiche e nuove mafie“. Tra gli indagati ci sono Domitilla Strina, la figlia di Anna Bettozzi Di Cesare, l’imprenditrice nel settore del commercio dei petroli e cantante conosciuta come Anna Bettz e Lady Petrolio; l’ex produttore cinematografico Daniele Muscariello, già in carcere con una condanna per riciclaggio, e Antonio Nicoletti e Vincenzo Senese, rispettivamente figli del cassiere della Banda della Magliana Enrico e del boss della camorra Michele Senese detto “O’ pazz”.
Avviate nel 2018, le indagini hanno permesso di scoprire l’esistenza di una vera e propria centrale di riciclaggio, operante a Roma e con interessi in tutto il territorio nazionale. Che sfruttava la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento derivante sia dagli stretti legami con le organizzazioni criminali mafiose tradizionali sia dalla disponibilità di armi da guerra e comuni da sparo.
Le due associazioni per delinquere riciclavano ingenti profitti, infiltrando progressivamente attività imprenditoriali in apparenza legali in molteplici campi come la cinematografia, l’edilizia, la logistica, il commercio di auto e di idrocarburi. Sono state costituite così numerose società “fittizie” per emettere false fatturazioni grazie al supporto fornito, tra gli altri, da imprenditori e da liberi professionisti.
Secondo l’accusa, avvalendosi della partecipazione di numerosi soggetti appartenenti agli ambienti della criminalità autoctona romana e di matrice camorristica, sarebbe stata creata una complessa rete di società “cartiere” intestate a prestanome attraverso le quali riciclare ingentissime somme di denaro proveniente dai clan campani. In questo contesto è emersa la figura del produttore cinematografico Muscariello nella veste di fiduciario degli stessi clan e del manager musicale Angelo Calculli, che in passato ha gestito il cantante Achille Lauro. La prosecuzione delle indagini ha documentato una convergenza di interessi di mafie storiche e nuove mafie, nel settore del commercio illecito degli idrocarburi. Gravemente indiziati quali capi e promotori sono Vincenzo Senese, figlio di Michele, Roberto Macori e Salvatore D’Amico.
Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata a Muscariello si legge che “Daniele Muscariello è tra gli organizzatori della “politica” economico-criminale dell’associazione, in quanto recluta gli imprenditori da assoggettare al sistema di riciclaggio e mantiene costanti rapporti con esponenti del mondo istituzionale e appartenenti alle forze dell’ordine“. Ha tra l’altro “favorito l’ingresso nel sodalizio romano di Salvatore D’Amico, inteso O’ pirata, esponente apicale del clan D’Amico/Mazzarella, così accrescendo la forza economica e militare della consorteria di appartenenza. Partecipa a numerosi incontri tra i vertici del sodalizio per affrontare le criticità emerse all’interno della centrale di riciclaggio dopo l’arresto del Salsiccia il 6.6.2018. Insieme al Salsiccia è responsabile di un arsenale di armi custodito nel territorio di Roma, messo a disposizione da Salvatore D’Amico per garantire al sodalizio una efficace ed immediata azione di fuoco qualora necessaria. Pianifica con Salvatore Ventura un attentato nei confronti di Salvatore Pezzella e Stefano De Angelis, in quanto non avevano corrisposto al sodalizio i guadagni della attività di riciclaggio gestite sulla capitale con Alberto Coppola, evento non verificatosi per il decesso improvviso del Ventura il 28.09.2018. Si occupa con il Lombardi ed Antonio Nicoletti del mantenimento dei sodali detenuti”.