Operazione della Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura Europea: fatture false per 128 milioni, 27 milioni di IVA evasa.
Ravenna – È la più grande frode carosello mai scoperta in provincia di Ravenna. La Guardia di Finanza ha eseguito due sequestri preventivi per un valore complessivo di 40 milioni di euro nei confronti di due società, una ravennate e una dell’hinterland romano, entrambe coinvolte in un articolato sistema di evasione fiscale internazionale.
Le indagini, coordinate dalla Procura Europea – sede di Bologna, hanno ricostruito un complesso meccanismo basato su fatture per operazioni inesistenti emesse da oltre 70 società in diversi Paesi UE e extraeuropei (Svizzera, Curacao, Belgio, Olanda, Ungheria, Lettonia). Dal 2015 al 2022 sarebbero stati movimentati oltre 2 miliardi di euro in false fatturazioni.
Nel caso della società ravennate, i finanzieri hanno accertato l’utilizzo di 128 milioni di euro in fatture fittizie, con una evasione IVA stimata in 27 milioni. Grazie al sistema illecito, l’azienda acquistava software a prezzi più bassi di quelli della stessa casa madre, ottenendo indebiti guadagni superiori al 10% su ogni vendita. Le chat acquisite hanno dimostrato la piena consapevolezza degli amministratori, che parlavano di “mercato grigio” e “mercato creativo”.
Coinvolta anche una seconda società con sede a Roma, che avrebbe contabilizzato fatture false per 53,5 milioni di euro. Nei suoi confronti è stato disposto un sequestro da 12 milioni, comprensivo anche di auto d’epoca.
Finora sono stati sequestrati 28 milioni di euro tra conti, polizze, immobili e quote societarie. Per queste ultime, la magistratura sta valutando la nomina di un amministratore giudiziario.
Le indagini proseguono per identificare altri responsabili di una frode che ha minato la concorrenza leale e i bilanci pubblici europei.