Radiata: mi hanno fatto un piacere

Il grave provvedimento dell’Ordine dei Medici di Torino è appellabile e la dottoressa “ribelle” farà ricorso con l’aiuto dei suoi numerosi follower. La professionista non arretra di un millimetro dalle proprie convinzioni condivise da un centinaio di camici bianchi e qualche scienziato “non allineati”.

TORINO – “Come ho già detto sono estremamente fiera di questa radiazione. Ho l’onore di appartenere a una famiglia che ha tenuto testa ai Borbone, ai Savoia e ai nazifascisti. Il coraggio è molto più facile se te lo insegnano da bambina, se hai padre e nonni che non hanno mai ceduto”. Cosi ha riposto la dottoressa Silvana De Mari, 70 anni, medico chirurgo, psicoterapeuta, scrittrice, originaria di Santa Maria Capua Vetere, una volta ricevuta la notifica della radiazione dall’albo operata nel febbraio di quest’anno dall’Ordine dei Medici di Torino e inoltrata all’interessata il 6 giugno scorso.

La dottoressa De Mari

Il grave provvedimento, che segue ad una sospensione dall’attività sanitaria del 2021 perché la professionista, con altri 95 medici, si era rifiutata di vaccinarsi al Covid, è stato adottato all’unanimità dal consesso di camici bianchi che fa capo all’ente ordinistico. Va da sé che qualora la dottoressa inoltrerà il ricorso la radiazione non avrà effetto sino a verdetto definitivo. Nell 14 pagine del documento i rappresentanti del Consiglio dei camici bianchi motivano la grave decisione non solo sulle posizioni pubbliche della De Mari in merito vaccini ma anche e soprattutto sui consigli medici che la stessa ha dispensato nel corso dei mesi della terribile pandemia.

La professionista avrebbe pubblicizzato una singolare cura contro il virus a base di Prima mezzo cucchiaino al giorno di olio di fegato di merluzzo, vitamina C in dosi di 1 grammo al giorno, lactoferrina, uno spray composto da polifenoli di ulivo e, soprattutto, due ore al giorno all’aria aperta. In caso di impossibilità gli eventuali pazienti sarebbero dovuti rimanere all’aria aperta sei ore il sabato e otto ore la domenica. Se le condizioni meteo fossero state avverse, di contro, l’esposizione all’aria aperta sarebbe dovuta durare di più perché quando piove scarseggiano i raggi ultravioletti.

E’ ovvio che questi modelli di prevenzione non sono stati mai riconosciuti dalla scienza ufficiale ma la De Mari li avrebbe fatti propri provocando cosi la reazione degli eredi di Ippocrate:” Ne sono fiera – ha scritto la dottoressa sui social – perché il comportamento degli ordini è stato così disfunzionale durante quella che viene chiamata pandemia che è un onore esserne radiati…”.

La dottoressa in piazza contro l’utero in affitto

La dottoressa De Mari è salita alla ribalta delle cronache non solo per le sue posizioni No Vax e per la partecipazione alle manifestazioni di protesta No Vax organizzate a Torino, alcune delle quali svoltesi davanti alla sede dell’Ordine dei Medici, ma anche per le sue cure anti-Covid a base di olio di fegato di merluzzo e vitamina C. De Mari, inoltre, era solita sconsigliare l’uso della Tachipirina, prescritta invece dai medici di tutto il mondo. Ma non basta: nel vasto campionario delle sue affermazioni c’è anche quella, davvero esilarante, che le relazioni intime omosessuali sarebbero un ulteriore rischio di contagio della nota malattia oggi per fortuna notevolmente meno virulenta. La dottoressa casertana, per altro anche specialista in chirurgia generale ed endoscopia dell’apparato digerente,  era pure finita in tribunale per le sue posizioni omofobe e questo le avrebbe creato non pochi nemici:

”Ho salvato decine di migliaia di vite“, afferma Silvana De Mari che sui social ha chiesto ai suoi numerosi follower di supportarla economicamente nelle spese che dovrà affrontare per fare ricorso contro l’Ordine. E, proprio sui social, è bufera. Sono migliaia, infatti, i sostenitori della dottoressa ma non mancano i detrattori che la accusano di tutto e di più. La De Mari, però va oltre, e non si ferma:

La  protesta del comitato No vax e No 5g contro le vaccinazioni obbligatorie (Ph. Tino Romano)

”Sull’Italia si stanno abbattendo tre nuove epidemie – scrive la donna sui social – malori improvvisi dannatamente mortali, miocarditi e cancri talmente violenti che è stata coniata la parola turbo-cancro. Sono io che chiedo ai colleghi pretendendo una risposta. Come avete potuto iniettare farmaci che avevano scritto sul foglietto illustrativo che non si conoscono gli effetti collaterali a distanza e sulla cancerogenicità? Come avete potuto obbligare le persone? Questi farmaci sono in fase sperimentale…”.

Presto le sentenze della magistratura ci diranno se il vaccino, in taluni casi, è stato mortale e se più di qualcuno ci ha speculato. E non solo.

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