Intercettate dalla Polizia penitenziaria, come riferito a Chiara Colosimo durante la visita della Commissione Antimafia: il 10% delle missive censurato.
Roma – ”La settimana scorsa sono stata al carcere di massima sicurezza dell’Aquila e il numero che mi è stato dato dalla Polizia penitenziaria della corrispondenza che viene fermata in entrata è terrificante: su 27.000 lettere circa il 10% viene censurato dalla polizia penitenziaria. Questo vuol dire che è una tentata comunicazione tra fuori e dentro e questo non può avvenire”. Così all’Adnkronos la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, nel corso della 30esima Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.
Sono circa tremila le lettere indirizzate ai boss rinchiusi all’Aquila intercettate dal carcere. È uno dei dati principali che emerge nel corso della visita della Commissione parlamentare Antimafia nel penitenziario del capoluogo abruzzese. La visita è stata guidata dalla presidente Chiara Colosimo. Durante l’ispezione, la direttrice della struttura, Barbara Lenzini, ha interloquito con la delegazione, assieme al presidente del Tribunale di Sorveglianza Maria Rosaria Parruti e al Provveditore per Lazio, Abruzzo e Molise, Giacinto Siciliano. Presente anche il senatore Fdi, Etelwardo Sigismondi. Al centro della visita, naturalmente, la sezione che ospita il più alto numero di detenuti al 41 bis in Italia.

Qui, fino alla sua morte, è stato recluso anche Matteo Messina Denaro. E’ l’unico penitenziario con una sezione femminile per il 41 bis. La struttura è stata ultimata nel 1986 ed è entrata in funzione nel 1993: già dal 1996 fu adibita quasi interamente alla custodia di detenuti sottoposti a particolari regimi di alta sicurezza che alloggiano in celle singole. Da una capienza iniziale di 150 detenuti si è poi passati ad un massimo di 300, compresi i carcerati comuni. In questo periodo la Commissione antimafia sta visitando altri istituti penitenziari italiani per elaborare proposte di modifiche normative.
Sempre all’Aquila è stata trasferita e sta tuttora Nadia Desdemona Lioce, l’irriducibile delle nuove Br condannata all’ergastolo per gli omicidi D’Antona e Biagi. Nel super carcere de L’Aquila sono stati ospitati detenuti eccellenti come il boss mafioso Leoluca Bagarella – che sconta l’ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della Nuova camorra organizzata, l’esponente dei casalesi Francesco Schiavone detto Sandokan, l’esponente della Mala del Brenta Felice Maniero. Qui fu detenuto anche Totò Riina.