Sul caso Orlandi la versione dei fatti riferita dall’ex guerrigliero sembra una burla ma alcune rivelazioni pare abbiano un fondo di verità. La Cia non poteva non sapere.
“…Emanuela Orlandi è viva e sta bene dal giorno in cui è stata rapita… Non fu mai sequestrata nel senso classico del termine, fu vittima di un intrigo internazionale per motivi religiosi-politici collegati anche con il terzo segreto di Fatima. Il governo vaticano non è responsabile…”.
ROMA – A spararla grossa, già mesi fa e al solito suo, era stato quel lestofante anfitrione di Mehmet Ali Agca, 61 anni, l’ex lupo grigio responsabile dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II e per questo atto infame condannato all’ergastolo.
Fine pena mai che, di fatto, non ha mai scontato dopo l’estradizione in Turchia dove aveva ucciso a sangue freddo un giornalista. L’uomo ha voluto incontrare Pietro Orlandi facendosi garante della presunta liberazione “fantasma” presso un non meglio identificato gruppo di carcerieri che, ancora oggi, terrebbero segregata la donna sparita nel nulla trentasei anni fa. Agca avrebbe raccontato una storia in larga parte inverosimile ma condita con “pillole” di verità che collimano con altre inchieste piuttosto affidabili: “…Basta con menzogne e calunnie contro i morti come il prelato Marcinkus ed Enrico De Pedis – scriveva Agca nella famosa lettera inviata alla stampa estera – ed altre persone innocenti. Nessuna criminalità e nessuna sessualità c’entrano con il caso Emanuela Orlandi… Tutti invitano il Vaticano a rivelare qualche documento in suo possesso sull’intrigo internazionale della ragazzina a suo tempo rapita, invece io invito la Cia a rivelare i suoi documenti segreti sul caso Emanuela Orlandi, confessando anche la responsabilità diretta dell’ente di spionaggio americano su quel complesso ginepraio di intrighi internazionali degli anni 1980… Ci sono molte cose da dire ma per adesso devo limitare il discorso…”.
Che Marcinkus e De Pedis fossero due angioletti non lo crede nessuno, men che meno le autorità vaticane pur avendone spesso parlato in termini difensivi, in qualche modo. Sul coinvolgimento della statunitense Central Intelligence Agency qualche piccola verità spunterebbe fuori dalla lettera di Agca, convalidata all’interno di una sorta di relazione che porta la firma del giudice Ilario Martella, attualmente presidente onorario aggiunto della corte di Cassazione, già sostituto procuratore della Repubblica di Roma dal 1973 al 1978 e poi giudice istruttore presso il tribunale capitolino sino al 1990. Il magistrato, che si era occupato dello scandalo Lockeed e dell’attentato a Papa Wojtyla per mano dell’allora giovane terrorista turco Agca, non la mandava a dire con mezzi termini sin dal 2017: “… La barbarie mediatica che ancora una volta si è riversata sulla dolorosa vicenda di Emanuela Orlandi – scriveva il giudice – mi induce a richiamare dagli atti processuali l’esistenza di rilevanti dati fattuali e documentali che, pur potendo dare un significativo se non un decisivo contributo alla ricerca della verità, non sono stati oggetto della generale attenzione, neppure da parte di chi istituzionalmente era chiamato ad approfondire tali acquisizioni che attenevano (e attengono) alla scomparsa sia della stessa Emanuela Orlandi sia di Mirella Gregori…
Il 7 luglio 1983 scompariva Mirella, il 22 giugno dello stesso anno Emanuela, ovvero nel pieno dell’attività da me condotta quale giudice istruttore nel procedimento per l’attentato al Papa, allorché lo sviluppo delle indagini, aveva, tra l’altro, portato all’arresto in data 25 novembre 1982 del cittadino bulgaro Serguei Antonov, quale complice del turco Agca nel crimine di piazza San Pietro. La documentazione processualmente acquisita attesta che sin dall’agosto 1982 le autorità governative bulgare avevano richiesto alla Stasi, la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania comunista, una collaborazione finalizzata ad allontanare i sospetti di responsabilità dello Stato bulgaro nell’attentato al Papa. In tal senso deponevano le dichiarazioni dell’ufficiale della stessa Stasi, Gunter Bonhnsack…
Come si è accennato il 25.11.1982 avveniva l’arresto del bulgaro Antonov, talché le massime autorità bulgare e tedesco-orientali intensificavano il loro rapporto di collaborazione al fine di contrastare con ogni mezzo il coinvolgimento della Bulgaria nell’attentato contro il Papa… L’ingegnosa raffinatezza spionistica e criminale della Stasi ha appieno realizzato lo scopo propostosi: distrazione di massa dal caso Antonov… Ciò che duole profondamente è che a tal fine (può ben chiamarsi ragion di Stato) siano state sacrificate due giovani vite…”. Tutto questo ad insaputa della Cia? Inverosimile in teoria e in pratica. Alì Agca mente sapendo di mentire o c’azzecca?