Quella dell’abrogazione del RdC rischia di diventare una bomba se continuerà ad alimentare lo scontro politico. Migliaia di giovani, con questo sistema balordo, sono stati disincentivati al lavoro preferendo il divano alla zappa. Poi ci sono stati migliaia di furbi impuniti e chi non ha controllato pur dovendo. Ci saranno le dovute punizioni e gli inevitabili risarcimenti all’Erario? Intanto Pantalone paga per tutti.
Roma – La recente sospensione del Reddito di Cittadinanza ha scatenato tensioni e proteste in tutta Italia, in particolare al Sud, dove molte famiglie sono rimaste escluse dal beneficio e hanno avuto l’assegno revocato, Sicilia in testa. La situazione sta mettendo a dura prova i servizi sociali dei Comuni, i quali sono stati sommersi da un aumento delle richieste di aiuto da parte delle famiglie in difficoltà.
L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) ha dichiarato che l’attuale scarto temporale tra la revoca del Reddito di Cittadinanza e la verifica degli aventi diritto sta generando problemi tecnici. Questa transizione da un sistema all’altro ha causato difficoltà nella redazione degli elenchi dei nuclei familiari fragili e nella presa in carico di coloro che sono rimasti senza il sostegno economico.
Il Ministero del Lavoro e l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) hanno avviato una campagna informativa per spiegare il nuovo sistema di assegni e supporto, ma le polemiche e le proteste continuano a crescere. Cosi come il malcontento generale, a volte davvero eccessivo. L’opposizione accusa il governo di condurre una “guerra ai poveri“, mentre la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, ha chiesto al governo di rendere conto della situazione in Parlamento.
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato di non voler fomentare la protesta ma ha ritenuto necessario un intervento urgente in Consiglio dei Ministri per “rimediare ad una sciagura” e prevenire un “disastro annunciato“. Le tensioni stanno aumentando, e i cittadini continuano a chiedere risposte concrete e immediate. Ma, di contro, che fine hanno fatto le migliaia di ladri che si sono impossessati di frodo del sussidio tanto chiacchierato? Chi non ha controllato la farà franca anche stavolta? Chi ha agevolato il furto del RdC la passerà liscia come sempre?
Il Ministero del Lavoro e l’Inps hanno comunque fornito alcune indicazioni riguardo alle famiglie che hanno avuto il Reddito di Cittadinanza sospeso. Coloro che sono stati presi in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre potranno ricevere l’assegno fino a dicembre con gli arretrati. Tuttavia chi non rientra nelle categorie di disagio sociale previste dalla legge e non ha in famiglia disabili, minori, anziani o persone oltre i 60 anni dovrà attivarsi rapidamente per cercare lavoro (parola ostica per molti percettori del RdC) o partecipare ai programmi di formazione con la possibilità di ricevere il Supporto alla formazione e il lavoro, pari a 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi.
Il principale ostacolo risiede nei tempi e nelle risorse necessarie per raggiungere tutte le persone in situazione di disagio. L’Anci lamenta l’impossibilità di ottenere l’elenco dei nuclei familiari fragili dall’Inps, e molti Comuni segnalano di avere difficoltà nel far fronte all’enorme aumento delle richieste di assistenza. Il presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Gianmario Gazzi, ha sottolineato la necessità di una proroga per affrontare questa situazione critica.
I numeri degli esclusi stanno emergendo, e le cifre sono preoccupanti: a Roma saranno oltre 10.000 famiglie colpite, in Sicilia 37.000, 1.600 in Basilicata, 14.700 in Abruzzo e 12.000 in Puglia. A Milano oltre 3.000 persone hanno ricevuto il messaggio di sospensione. La mancanza del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl), previsto dalla legge per gestire il passaggio dal RdC all’Assegno di Inclusione per le famiglie più fragili e al Supporto alla Formazione e Lavoro per coloro che possono essere attivati al lavoro, sta causando ulteriori ritardi.
Le domande per il nuovo supporto potranno essere presentate a partire dal primo settembre. Coloro che sono già stati avviati ai centri per l’Impiego e coinvolti in progetti di lavoro o formazione potranno continuare il loro percorso. Per la presa in carico da parte dei servizi sociali sarà necessario appartenere a categorie di particolare fragilità, come persone con dipendenze, donne vittime di violenza, persone con problemi psicologici o malattie psichiatriche e persone senza dimora.
In questo contesto di crescente tensione e proteste, su cui soffiano i partiti dell’opposizione Pentastellati in testa, il governo dovrà agire con tempestività e concretezza per risolvere la situazione e garantire il sostegno alle famiglie più vulnerabili. L’attenzione è ora concentrata sulla piattaforma Siisl, che dovrebbe essere presto operativa, per evitare ulteriori disagi a chi ha bisogno d’aiuto. Un cosa è certa: occorre investire per creare lavoro, non sussidi.