Prezzi, cresce il “carrello della spesa”: +2,3% a novembre. Inflazione a +1,3% su base annua

Diffusi i dati Istat del mese scorso. Le città italiane più colpite sono Bolzano, Roma e Genova. Dona (Unione Consumatori): “Una gelata sul Natale”.

A novembre i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto “carrello della spesa”, accelerano su base tendenziale da +2% a +2,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,0% a +1,6%). Lo comunica l’Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo relativi al mese appena trascorso. L’Istat inoltre, rivede al ribasso le stime sull’inflazione. Il dato su base annua è pari al +1,3%, dal +0,9% del mese precedente.

“Una gelata sul Natale. Questo autunno caldo sul fronte dei prezzi, dato che colpisce spese obbligate come i prodotti alimentari e il carrello della spesa, rischia di frenare, perlomeno per i ceti meno abbienti, i consumi di beni non necessari come quelli tipicamente natalizi. Purtroppo, infatti, non solo si è interrotto un andamento virtuoso che, per entrambe le voci, durava da 18 mesi, dal febbraio 2023, ma la cosa più allarmante è il carrello della spesa ha preso il volo quasi quadruplicando in appena 3 mesi, da +0,6% di agosto a +2,3 di novembre, e anche i prodotti alimentari, nello stesso periodo, sono decollati da +0,9 a +2,8%, ossia oltre 3 volte. Unica magra consolazione è il lieve attenuamento dell’inflazione rispetto al dato provvisorio e il fatto che cali su base congiunturale” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Le città italiane più colpite dall’inflazione sono Bolzano, Roma e Genova afferma l’Unc che ha stilato la classifica delle città più care, in termini di aumento del costo della vita. A Bolzano l’inflazione pari al 2,1% si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 608 euro per una famiglia media. Secondo posto per Roma, che secondo l’Unc risente dell’effetto Giubileo e che, avendo la seconda inflazione più elevata del Paese ex aequo con Genova, Siracusa e Macerata, 2%, ha pure il secondo maggiore incremento di spesa annuo, pari a 518 euro a famiglia. Terzo posto per Genova che con 2% ha una spesa supplementare pari a 495 euro annui per una famiglia tipo.

Al quarto posto Rimini, che con 1,8% registra una stangata pari a 489 euro. Seguono Padova (1,9%, +488 euro), al sesto posto Bologna (1,7% e +473 euro), poi Trento (1,6%, +471 euro), Ravenna (1,7%, +462 euro) e Siena (1,8%, +459 euro). Chiude la top ten Bergamo che con 1,6% ha un incremento di spesa pari a 447 euro. La città più virtuosa d’Italia è Forlì-Cesena, dove con 0,4% si ha un aumento annuo di 109 euro. In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a 1,8%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 512 euro su base annua. La regione con i rincari più contenuti, secondo la classifica di Unc, è la Valle d’Aosta, 0,8% pari a +208 euro.

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