Presunte irregolarità nell’autenticazione delle schede: ricorso al Tar per annullare le elezioni amministrative a Racalmuto

A presentarlo 5 candidati al consiglio comunale del paese siciliano che diede i natali a Leonardo Sciascia.

Agrigento – Numeri cancellati senza firma, sigla di chi ha effettuato la correzione e senza timbro così come previsto dalla normativa. È adducendo queste motivazioni e parlando di “irregolarità di natura sostanziale relative alla mancata corrispondenza del numero di schede autenticate, alla somma di quelle utilizzate e di quelle non utilizzate, tali da invalidare le operazioni elettorali” che 5 candidati al consiglio comunale di Racalmuto (Agrigento), dei candidati sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto (Michelangelo Romano, Eduardo Chiarelli e Angelo Guagliano) e Salvatore Picone (Luigi Scimé e Giuseppe Di Falco), hanno presentato ricorso al Tar Sicilia contro le operazioni elettorali d’inizio giugno e la proclamazione del sindaco Calogero Bongiorno, eletto con 1.923 preferenze.

Era stata già presentata, nelle scorse settimane, istanza di accesso agli atti al tribunale e prefettura di Agrigento e al municipio di Racalmuto. “Dietro l’apparente minimo scarto tra il numero delle schede autenticate, come risultante dai verbali delle sezioni, e quello delle schede autenticate adoperate dagli elettori e quelle non utilizzate può nascondersi il fenomeno della cosiddetta ‘scheda ballerina’ – è stato scritto nel ricorso – . Un fenomeno che consiste nel far uscire anticipatamente dal seggio una scheda bianca già vidimata che verrà poi compilata da terzi e consegnata per essere inserita nell’urna all’elettore compiacente o coartato il quale, a sua volta, entrando nel seggio, da un lato ritira a sua volta una ulteriore scheda bianca già vidimata che consegnerà all’esterno del seggio a terzi per la ripetizione dell’analoga procedura e, dall’altro, depositerà nell’urna non già quest’ultima, ma quella precompilata consegnatagli all’esterno del seggio”. Il ricorso adduce anche violazioni in merito “all’anomala fessurazione dell’urna elettorale e mancata suggellazione”.

Il Tar Sicilia, presidente Stefano Tenca, ha fissato l’udienza al 18 dicembre prossimo. 

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