La commissione Via ha dato parere favorevole al progetto definitivo, ma allo stesso tempo ha imposto nuove integrazioni e approfondimenti.
Roma – L’iter per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina rischia di fermarsi, o almeno c’è l’ipotesi di un rinvio per il momento. Infatti, se da un lato la commissione Valutazione impatto ambientale (Via) ha dato parere favorevole al progetto “definitivo”, la stessa commissione ha imposto nuove integrazioni e studi che di fatto rallentano i piani del governo. A partire da ulteriori approfondimenti da eseguire in merito al rischio sismico che potrebbero richiedere anche alcuni mesi di lavoro, allungando così i tempi. Come segnala il quotidiano “La Repubblica”, infatti, gli esperti della commissione Via hanno garantito che il Ponte resisterà anche a “sismi di magnitudo Richter fino a 7,1”.
Ma è su questo nodo delicato che occorrono tutti gli approfondimenti del caso. Il rischio sismico. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha infatti fatto notare che mancano esami in fatto di faglie attive e rischio sismico. Secondo gli specialisti della Via, dunque, il committente del Ponte dovrà presentare “uno studio in cui siano maggiormente approfondite le indagini geofisiche, sismologiche e paleosismologiche e la caratterizzazione delle faglie ritenibili ancora attive”. E ancora, la commissione ha richiesto di rifare gli studi sul traffico stimato, di valutare meglio i dettagli legati all’approvvigionamento idrico del cantiere e, infine, di fare maggiore chiarezza sul tema legato all’altezza del ponte stesso. Considerando questi aspetti, l’idea del ministro Matteo Salvini di far partire il cantiere per la realizzazione dell’opera nei primi mesi del 2025 appare difficilmente realizzabile.
La Commissione si è pronunciata positivamente sulla compatibilità ambientale del progetto, così come integrato con la Relazione del proponente, ai sensi del DL 35/2023 sul riavvio dell’iter del Ponte nel rispetto delle condizioni ambientali prescritte che dovranno essere ottemperate perlopiù nella fase della presentazione del progetto esecutivo. Le condizioni riguardano, non solo l’ambiente naturale, terrestre, marino ed agricolo, ma anche aspetti relativi a progettazione di dettaglio per le opere a terra, relativi a cantierizzazione, gestione delle materie, approvvigionamenti, rumore e vibrazioni. L’opera era inserita tra le infrastrutture strategiche già dal 2001 e ha seguito la procedura della Legge Obiettivo.
Dopo che il parere Via della Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale ha dato il via libera all’opera del Ponte sullo Stretto, il Wwf Italia ha deciso di rivolgersi all’Unione europea. I “temi per un reclamo comunitario – ha annunciato l’organizzazione – sono tre: ossia l’assegnazione dell’opera senza gara di appalto avvenuta grazie ad una sottostima dei costi, la violazione delle direttive Habitat e Uccelli e quindi delle normative su Rete Natura 2000, la mancata applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica”. Il Wwf Italia “studierà con attenzione il parere VIA”, si legge sul sito della ong, “ma è chiaro che le critiche degli ambientalisti non erano infondate tant’è che ci sono, per quanto è dato di sapere, almeno 60 prescrizioni che riguardano tutti gli aspetti ambientali coinvolti dal progetto”.
Il sindaco di Messina, Federico Basile, sottolineando che la valutazione è apparsa “quasi scontata rispetto a quanto già si era compreso nei mesi scorsi”, ha detto di attendere “il provvedimento ufficiale, in cui saranno indicate le 60 prescrizioni per il progetto. Lo valuteremo con attenzione, nell’ambito delle nostre competenze, consapevoli che ora il percorso passa al Cipess, il Comitato interministeriale per la Programmazione economica e lo Sviluppo sostenibile. Noi dobbiamo fare tutto ciò che spetta al Comune per garantire che il progetto rispetti il nostro territorio”, ha riferito. “La città di Messina, come abbiamo detto più volte, deve essere protagonista in ogni fase del progetto per garantirne un corretto inserimento nel territorio e un impatto positivo su economia, ambiente e qualità della vita”.
Nel frattempo i deputati del Movimento 5 Stelle del Comitato Pianeta 2050, Sergio Costa, Ilaria Fontana, Alessandro Caramiello, Carmen Di Lauro, con Patty L’Abbate e Daniela Morfino, hanno deciso di presentare un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica in merito alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per il progetto del Ponte sullo Stretto. La recente approvazione da parte della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (Ctva), sostengono, “ha sollevato dubbi sulla trasparenza e l’equità del processo decisionale”. Il parere favorevole, espresso all’unanimità il 13 novembre scorso, è stato accompagnato da 50-60 prescrizioni, ma il contesto in cui è maturato ha creato perplessità”.