Reddito di cittadinanza il giornale popolare

Polemiche e sospensioni: il Reddito di Cittadinanza al centro del dibattito politico

Il taglio del sussidio “inventato” dai Cinque Stelle scatena polemiche e tensioni politiche: cittadini indigenti in ansia ma si sapeva che il RdC non poteva durare a lungo e che non era un rimedio efficace. Occorrono posti di lavoro, non chiacchiere e soldi gratis a fine mese.

Roma – Con il venir meno del reddito di cittadinanza, l’opposizione grida allo scandalo ed invoca una proroga, mentre il governo tira dritto per la sua strada. Molte parole al vento, anche da parte di chi, in una prima fase, aveva osteggiato la riforma salvo adesso convertirsi, come sulla via di Damasco, e gridare all’insensibilità della destra di governo per attaccarla e demonizzarla. Una forma di ipocrisia pelosa che non convince. Il fatto è che la povertà non è argomento che affascina i nostri politici, in quanto non viene vista come una spiacevole condizione nella quale chiunque si potrebbe trovare, come la malattia, la disabilità o la guerra.

La povertà viene vista quasi come una scelta individuale, se non addirittura una colpa. Per convincere, allora tutti dell’insensatezza del RdC si presentano le statistiche dei furbetti, a discapito degli onesti, mentre le motivazioni del fallimento della legge stanno altrove. Nel frattempo, il rialzo dei prezzi mette a dura prova ogni famiglia, mentre si invocano tavoli di confronto che di per sé sono utili solo per progetti che hanno una visione prospettica molto ampia, ma adesso siamo in emergenza in ogni settore. Occorrono, dunque, soluzioni a breve e medio termine che diano ossigeno ai cittadini nell’immediatezza.

La verità è che bisogna ritornare alle politiche attive del lavoro. Un nodo centrale spesso dimenticato, più o meno volontariamente, anche dalle opposizioni. Lo scorso primo maggio il Governo Meloni ha varato due misure importanti: un taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi al di sotto dei 35.000 euro e la tanto annunciata riforma del reddito di cittadinanza. Il primo provvedimento porterà per i prossimi sei mesi qualche decina di euro in più in busta paga ai redditi più bassi, il secondo porterà qualche centinaio di euro in meno in tasca a chi un reddito non ce l’ha.

Si è stremati, dopo una pandemia devastante, che ha provocato una caduta del PIL del 9%, centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, un aumento in soli due anni di un milione di persone in povertà assoluta, il tutto mentre il conflitto in Ucraina sta alimentando un’inflazione che falcidia i redditi delle famiglie. Sono circa 16omila le famiglie che negli scorsi giorni hanno ricevuto un sms dall’Inps per informarle che il loro reddito di cittadinanza era “sospeso”. Una comunicazione ambigua che ha creato confusione e scatenato le tensioni politiche per la cancellazione di una delle misure più osteggiate dal Governo Meloni.

L’Inps, comunque, invierà, a fine agosto, altri 80 mila messaggi ad altrettanti nuclei familiari, con qualche piccola novità. La comunicazione, viste le ultime proteste, specificherà ai destinatari i possibili percorsi per recuperare il sostegno economico. In ogni caso, l’istituto ha specificato che si parla di “sospensione” perché alcune famiglie, quelle che saranno prese in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre, potranno continuare a ricevere il Rdc fino a dicembre 2023.

Fragilità familiari e alternative future:

Ma si tratta di famiglie particolari, quelle in cui, anche se tutti i componenti sono occupabili, cioè anche se non ci sono over 65, minorenni o persone con disabilità, si riscontrano situazioni di particolare fragilità che non permettono di inserirsi nel mondo del lavoro. Nel frattempo, le alternative restano quelle già delineate. Il Supporto alla formazione e al lavoro (Sfl) che partirà dal 1° settembre 2023, alle persone con un Isee entro i 6mila euro, tra i 18 e i 59 anni, che entrano in un percorso di formazione e ricerca di lavoro con un Centro per l’impiego. L’Assegno di inclusione, invece, scatterà da gennaio 2024 e riguarderà le famiglie non occupabili, nuclei cioè con almeno un minorenne, un over 60 o una persona con disabilità. Le stesse famiglie che, comunque, avranno diritto al Rdc fino a dicembre 2023.

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