Pioggia emendamenti sull’Autonomia, Lega in tensione avverte FI “Pacta sunt servanda”

“Discussione alla Camera il 29 e poi voto su un testo blindato”. Parte di Fi apre ai rilievi delle opposizioni, Tajani: “Vigileremo”.

Roma – Sulla carta il patto regge ancora. Allo scadere del  termine, sul ddl Autonomia in commissione Affari Costituzionali cade una pioggia di emendamenti, oltre 2400, ma tutti dai gruppi di opposizione. Nessuno dalla maggioranza, nessuno da Fi, in particolare. L’ala meridionalista del partito di Antonio Tajani, quella che fa capo al governatore della Calabria Roberto Occhiuto, però, esce allo scoperto e avverte che valuterà in commissione le proposte della minoranza senza escluderne la presentazione di proprie una volta in aula. “C’è un patto e i patti si rispettano”, è la replica a stretto giro del capogruppo del Carroccio in commissione, Igor Iezzi.  

L’alta tensione nella maggioranza è palpabile, mentre le opposizioni provano a dare battaglia e a fare ostruzionismo con la pioggia di emendamenti in commissione alla Camera. Intanto sul provvedimento bandiera della Lega – nonostante nessuno nel centrodestra abbia presentato come da accordi proposte di modifica – si registra ancora una volta il dualismo tra il partito di Salvini e Forza Italia. Il tutto nel giorno in cui su un altro cavallo di battaglia del Carroccio, il Ponte sullo stretto, si appuntano i dubbi dei tecnici del ministero dell’Ambiente, guidato dal forzista Gilberto Pichetto Fratin.

Gilberto Pichetto Fratin

Sull’Autonomia differenziata tutto, o molto, si gioca ancora una volta sui tempi d’esame con la scadenza del voto europeo che gioco forza incide sulle mosse dei partiti. Ieri era stata la stessa premier Giorgia Meloni a dettare la linea: sull’autonomia avanti con giudizio, il governo è “lungi dal mettere pressione al Parlamento”. Il leader azzurro Antonio Tajani spiega che a Montecitorio “è importante che il dibattito sia ampio” e dunque che è possibile immaginare che “il voto sarà più in là” rispetto all’attuale data prevista in calendario e cioè
il 29 aprile.
FI, puntualizza tra l’altro che “vigilerà” sul provvedimento.

A stretto giro la replica piccata del governatore Veneto Luca Zaia: “è giusto che ci sia un dibattito, quanto al
vigilare, non serve: è l’autonomia di tutti, non c’è una parte politica che vuole scappare con la refurtiva”. Parole che seguono quelle del capogruppo della Lega Riccardo Molinari: pacta sunt servanda. “C’è un accordo di maggioranza – ricorda il leghista – che prevede che l’Autonomia inizi la sua discussione in Aula il 29 aprile. E noi ci aspettiamo che tutti mantengano quello che è l’impegno assunto. Noi abbiamo dato il via libera in Commissione sul premierato al Senato. I patti si rispettano”.

Patti rispettati per ora dagli azzurri: nessun emendamento è infatti arrivato dal partito in commissione. Ma una parte di Forza Italia fa capire di tenersi comunque le mani libere: “Nessun emendamento in commissione – avvertono Francesco Cannizzaro e Annarita Patriarca – ma c’è ancora l’Aula”. Inoltre, fanno notare, “avremo modo di valutare i tantissimi emendamenti presentati dall’opposizione”. “Le nostre proposte emendative – rivendicano intanto i Dem con Simona Bonafé – sono tutte di merito. Non accetteremo altri strappi: devono poter essere discussi e votati in commissione”.

Luca Zaia

Per il leader M5S Giuseppe Conte è “un provvedimento che distrugge l’unità del Paese”. E ancora, “i nostri mille emendamenti sono un grido di protesta contro chi strozza il dibattito”, accusano da Avs con Filiberto
Zaratti.
Il provvedimento intanto è in calendario in Aula alla Camera il 29 aprile. Una data totem – nei ragionamenti off the record dei leghisti – non tanto per arrivare all’ok finale prima delle europee ma per garantire la sopravvivenza stessa dell’Autonomia. L’importante è che il testo sia blindato perché l’eventuale approvazione di un emendamento comporterebbe il ritorno a Palazzo Madama in terza lettura e non solo
implicherebbe lo slittamento del via libera finale dopo le europee ma potrebbe – si teme – compromettere del tutto l’ok al provvedimento.

Non solo: se i rapporti di forza all’interno del centrodestra dovessero cambiare non potrebbe non risentirne anche il ddl Calderoli. Tanto che i timori cominciano a serpeggiare anche nel Carroccio: sabato, alla festa dei 40 anni della Lega  Lombarda a Varese, tra i toni trionfalistici dei leghisti c’è stato anche il monito arrivato da Giancarlo Giorgetti: “Oggi l’Autonomia sembra vicina, ma è successo anche altre volte e siamo rimasti disillusi”. La data del 29 aprile è difesa dalla Lega con le unghie e con i denti anche di fronte alle pressanti richieste delle opposizioni che hanno denunciato una strozzatura dei tempi chiamando in causa a più riprese il presidente della Camera, Lorenzo  Fontana

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