Le indagini vanno a avanti e pian piano si delinea esattamente una situazione di violenze e intimidazioni nei riguardi di stranieri ritenuti a ragione o torto spacciatori e che in quanto tali avrebbero dovuto lavorare soltanto per l'organizzazione criminale composta dagli ex militari. Le confessioni delle vittime.
Piacenza – Le indagini sulla triste vicenda dei carabinieri di Piacenza continuano e, di ora in ora, si apprendono nuovi dettagli sullo scandalo che ha coinvolto la Benemerita. Primo tra tutti ci sarebbe la questione dei presunti 2 milioni di euro falsi spariti. Gli inquirenti stanno cercando di capire se tale somma di denaro possa essere stata rimessa in circolazione o se, invece, sia stata utilizzata in altre forme. Ma a fare scalpore è stata la testimonianza di un 24enne nigeriano: Israel Anyanku. Il giovane africano, attualmente impegnato nella raccolta di pomodori in Puglia, sarebbe uno delle quattro persone fermate illegittimamente dagli ex tutori dell’ordine della stazione Levante, la cui caserma è ancora sotto sequestro. Le dichiarazioni di Israel sono nude e crude e lasciano poco spazio all’immaginazione.
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Tutto sarebbe cominciato il 27 marzo scorso, quando uscire di casa per andare dal fruttivendolo è diventata una passeggiata verso l’inferno:
“…Quel giorno ero in via Colombo – ha sostenuto il giovane – io abitavo lì. C’era il lockdown e stavo andando dal fruttivendolo. Sono sceso e mi sono reso conto di non avere la mascherina ma mi sono detto che facevo presto e tornavo a casa…Ad un tratto un uomo mi ha chiamato dall’altra parte della strada. Siccome ero senza mascherina, non ho risposto. Mi sono girato e volevo andare verso casa. Poi quell’uomo, insieme ad altri, ha incominciato inseguirmi. Io sono corso via…”.
Una volta raggiunto da alcuni uomini senza uniforme, questi ultimi avrebbero iniziato a menare le mani contro il ragazzo ordinandogli di spacciare droga per loro:
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“…Sono caduto per terra – ha aggiunto Anyanku – ma nonostante questo continuavano a picchiarmi…Mi hanno chiesto cosa avessi in tasca. Io ho risposto: niente, controlla pure… E loro mi hanno picchiato ancora…Mi hanno picchiato in faccia così tanto che usciva moltissimo sangue. Mi hanno dato dei fazzoletti e non riuscivamo a fermare il sangue. Ho cercato anche di lavarmi la faccia e continuava a uscire sangue dal naso…”.
Il racconto di Israel continua in maniera dettagliata. Sebbene ferito e in preda a vistose perdite di sangue i militari avrebbero portato il ragazzo in caserma piuttosto che in ospedale: “…In ufficio dei carabinieri mi hanno chiesto se vendessi droga – continua il giovane nigeriano – Ho risposto che non vendevo droga e non mi drogavo. Gli ho detto di controllare in casa: non ho droga, niente. Poi hanno controllato in casa e non hanno trovato niente. Loro continuavano a dirmi “Israel ti aiutiamo” e io rispondevo: Aiutarmi con cosa? Ero molto infastidito: non ho fatto niente, hanno perquisito casa, non mi drogo, fumo e basta. Hanno controllato tutto. Poi mi hanno riportato in caserma…”. Davanti all’impossibilità di incriminare legalmente il ragazzo, i carabinieri avrebbero chiesto al giovane nigeriano di vendere per conto loro una partita di stupefacenti. Ma Anyanku sarebbe stato inamovibile, tanto da rispondere: “…Ho detto che non avrei lavorato con loro e non vendo droga…”.
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L’ostinazione del nigeriano non sarebbe stata di gradita agli ex carabinieri che da lì a poco avrebbero avrebbero continuato con calci e pugni contro la giovane vittima. Inoltre, sempre secondo la testimonianza del ragazzo, gli sarebbe stato impedito di contattare l’avvocato e di farsi visitare da un medico. “…Il petto mi fa ancora male – dice Israel – da quando mi hanno picchiato ho problemi a respirare…”. Quanto messo a verbale da Anyanku dovrà trovare gli opportuni riscontri ma se la versione dei fatti dovesse ritenersi autentica la situazione di alcuni dei carabinieri partecipanti al pestaggio e alle richieste di spaccio si aggraverà ulteriormente. Nei prossimi giorni altri particolari inquietanti sulla brutta vicenda.
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