Parte civile contro il padre assassino

La violenta morte di Marzia Bettino, strangolata con un cappio dal marito Sebastiano Cannella, ha distrutto un’intera famiglia. Il movente sarebbe l’eccessiva gelosia che aveva indotto la donna a chiedere il divorzio. I figli temevano il peggio da quell’uomo violento e senza cuore.

Genova – A giudizio l’uomo che aveva ucciso la moglie: si costituiscono parte civile i suoi due figli. È iniziato il 13 febbraio scorso, in Corte d’Assise, il processo a carico di Sebastiano Cannella, l’operaio edile di 58 anni che il 27 luglio 2022 aveva ammazzato la moglie Marzia Bettino, coetanea del marito da cui si stava separando, strangolandola con una corda nella dépendance della loro casa nel quartiere di San Biagio a Genova. Il pubblico ministero ha contestato all’imputato la premeditazione perché la corda, considerata l’arma del delitto, aveva un nodo scorsoio già preparato.

L’abitazione di famiglia dove si è consumato il femminicidio

Una ricostruzione respinta dalla difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Marco Piccardo, secondo la quale il gesto omicidiario sarebbe stato improvviso e non pianificato. Cannella secondo il Pm Federico Panichi non avrebbe accettato la separazione e l’obbligo di dover lasciare la casa di proprietà della moglie e che  lui aveva contribuito a ristrutturare. Cannella, sottoposto a perizia psichiatrica, è risultato capace di intendere e volere.

I due figli della coppia, assistiti dall’avvocato Francesco Del Deo, hanno deciso di costituirsi parte civile contro il proprio padre e hanno ottenuto il provvedimento da parte del collegio giudicante. Era stato lo stesso Cannella a ricostruire il femminicidio prima ai carabinieri e poi al giudice per le indagini preliminari, dicendosi “pentito” per quello che aveva fatto dunque assumendosi ogni responsabilità. L’odierno imputato si trovava in via Riviera 14 dove viveva in pianta stabile la moglie Marzia.

Marzia Bettino

La villetta era di proprietà della donna, ma il muratore aveva contribuito alla ristrutturazione dell’immobile dunque la considerava anche propria attese le spese di materiale e manodopera effettuate dal presunto assassino. I due stavano per separarsi ma le liti si sprecavano ogni qual volta i due coniugi erano costretti a incontrarsi. Marzia aveva deciso di lasciare il marito per la sua esagerata gelosia che pare non gli permettesse più una vita tranquilla. Cannella non l’aveva presa bene e aveva detto alla moglie, più volte, di ripensarci ma la donna proseguiva dritta per la sua strada, senza ripensamenti. Sino all’ultimo scontro avvenuto il 27 luglio dell’anno scorso, intorno alle ore 20, quando i due avevano iniziato a litigare di brutto. Ad un certo punto della feroce discussione nelle mani dell’operaio sarebbe comparsa una corda con tanto di nodo scorsoio.

L’uomo, un volta bloccata la vittima, avrebbe avvolto la corda intorno al collo della poveretta e con uno strattone l’avrebbe messa in tiro provocando la morte della donna che scivolava sul pavimento di casa ormai senza vita. Poco dopo Cannella avrebbe dovuto partecipare ai funerali della madre, ma l’uomo avrebbe preferito chiamare i carabinieri e dopo un primo, assoluto mutismo l’uomo confessava il delitto. A scoprire il cadavere di Marzia Bettino era stato in figlio Andrea, 32 anni:

Andrea Cannella, da Facebook

”Ho guardato dalla porta a vetri e ho visto un telo – raccontava il giovane all’epoca dei fatti – sono entrato e ho tirato su il telo e sotto c’era mia madre con la corda al collo… Mio padre aveva chiamato raccontando il gesto che aveva fatto, poi è andato giù a piedi lungo una mattonata che arriva a San Quirico. Non ha avuto il coraggio di affrontare me e mio fratello, forse meglio cosi… Lui è sempre stato geloso per qualsiasi cosa. Negli ultimi anni le cose si sono un po’ aggravate, poi mio padre pensava che mia madre avesse una relazione col vicino. Allora mia madre ha detto basta e che voleva il divorzio. Lui questa cosa non la accettava. Lui su una strada non poteva finirci perché aveva un posto a casa da mia nonna…Poi io gli ho sempre detto che se aveva bisogno di una mano gliela avrei data…E’ una vita che litigavano con alti e bassi, ma nell’ultimo periodo la situazione è peggiorata…Lui per noi era come se non ci fosse, ma non immaginavamo potesse arrivare a tanto e uccidere la mamma…”.

Durante la prima udienza il più giovane dei due figli, Alessandro, alla vista del padre ha avuto un leggero malore ed ha lasciato l’aula.

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